Famiglia

Renzo Arbore, amico e scopritore di Benigni. Evviva Roberto, non fa il portabandiera

"Sa sempre essere fuori dagli schemi. Come nel nuovo film. Anti guerra. Ma non anti americano".

di Redazione

Roberto e Adriano. Adriano e Roberto. Renzo Arbore non ha dubbi: sono loro i due numeri uno, nell?olimpo del palcoscenico italiano non c?è spazio per nessun altro, «stanno lassù, insieme a Totò e Gassman».
Per il papà di Quelli della notte il ?folletto? Benigni è anche un amico. «L?ho scoperto nel 1978 in un piccolo festival di provincia a Fiuggi, stavo preparando L?altra domenica, così l?ho messo davanti a una telecamera dicendogli di fare il critico cinematografico e di commentare la Febbre del sabato sera. Un improvvisatore eccezionale, non aveva visto nemmeno una scena di quel film». Un assolo che, pochi anni dopo, nel Pap?Occhio si è trasformato nel più lungo monologo della storia del cinema. Celentano invece, lo stima, ma non lo frequenta, «e me ne dispiace. Io sto a Roma, lui barricato a Milano ed esce solo per lavorare, però abbiamo in comune le radici foggiane e quando ci sentiamo parliamo in dialetto».
In queste settimane i destini professionali di Benigni e Celentano però tornano ad incrociarsi. Dice Arbore: «In pochi sanno che Roberto da giovane era un fan di Adriano e conosceva a memoria tutte le sue canzoni».
Vita: Benigni e Celentano arrivano da due mondi diversi, uno di sinistra, l?altro cattolico, cosa li accomuna?
Renzo Arbore: Due aspetti. Il primo è la mimica: entrambi possiedono una gestualità animalesca, primordiale. Le uscite di Adriano non sono mai banali. Però la sua faccia riesce a essere più espressiva perfino delle sue parole. Anche Roberto è un animale. Nel mio primo film l?ho fatto correre un sacco, come corre lui non corre nessuno!
Vita: L?altra somiglianza?
Arbore: La capacità di smarcarsi dalle ideologie. Adriano è caparbiamente e sinceramente cattolico. Una qualità che apprezzo, soprattutto perché lo era anche negli anni atei, quando tutta l?intellighenzia italiana si dichiarava agnostica e nessuno si aspettava un papa come Wojtyla. Celentano ha sempre sostenuto le ragioni del Vangelo, mai quelle della Chiesa, anche quando la fede non era una cosa trendy.
Vita: E Benigni?
Arbore: Viene da una cultura diametralmente opposta. La sua fede è contadina, tradizionale, poco introspettiva. Ma anche lui non è mai stato un portabandiera. Nel suo ultimo lavoro è evidente: non si può essere anti americani solo perché Bush ha invaso l?Iraq.
Vita: Quanto contano in lui le doti naturali e quanto la professionalità?
Arbore: La personalità è innata. Poi si può coltivare, come ha fatto Roberto: oggi la sua cultura è cento volte più vasta di quando lo conobbi.
Vita: Li vedrebbe insieme in un film?
Arbore: Sì, ho anche i ruoli, ma non lo dirò mai: segreto professionale.
Vita: Chi fa il buono e chi il cattivo?
Arbore: Potrebbe non esserci questo problema.

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