Formazione

Bertinoro/Zamagni: “Volontariato in una fase di maturità”

Tra le novita' positive: il miglior profilo professionale dei volontari e una ripresa del volontariato al sud. Negativa la polverizzazione sul territorio e la difficoltà a fare rete

di Benedetta Verrini

“Il volontariato in Italia si stia avviando verso una fase di maggiore maturità”: così Stefano Zamagni, presidente della commissione scientifica di Aiccon, l’ associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profit, che alle Giornate di Bertinoro ha presentato l’ indagine Istat sulle organizzazioni di volontariato in Italia. Secondo la rilevazione, le organizzazioni sono il 14,9% in piu’ rispetto al 2001 e il 152% in piu’ sul 1995. Il 28,5% e’ localizzato nel nord-ovest, il 31,5 nel nord-est, il 19,3 al centro e il 20,7% al sud (dove, rispetto al 1995, fanno segnare una crescita record del 263%). In aumento anche i volontari (826.000 , +71,4% sul ’95) e la dimensione economica che registra entrate per 1.426 milioni di euro (contro 675 milioni di euro del 1997), in gran parte proveniente da privati. Rispetto al ’95 il numero medio di volontari per organizzazione diminuisce in media di 21 unita’ al centro e nel nord est e di 15 al sud e nel nord-ovest. Gli operatori sono in maggioranza uomini (54,4%), relativamente piu’ vecchi rispetto al passato (gli over 54 nel 2003 sono 36,8% mentre nel ’95 erano il 30,4%)e piu’ scolarizzati – con laurea (12,8, +8,7% sul ’95) e diploma (44,4%, +1,5%). Tra i settori di attivita’ quelli principali restano la sanita’ (28%) e l’ assistenza sociale (27,8) ma in percentuali molto inferiori rispetto al ’95 quando impegnavano rispettivamente il 42,4 e il 30,5% delle organizzazioni. I servizi offerti si caratterizzano per l’ elemento rivolto alla soggettivita’: al primo posto figura infatti l’ascolto e l’ assistenza morale (19,9% delle organizzazioni), seguito da donazione di sangue (17,4) e ricreazione (14,5%). La maggior parte degli utenti sono malati e traumatizzati (51,6%), seguiti da ‘utenti senza disagi specifici’ (ad es. tempo libero, 9,9) e anziani autosufficienti (9,4%). Secondo Zamagni, gli elementi di novita’ positiva che emergono dall’ indagine sono il miglior profilo professionale delle persone impegnate nelle organizzazioni e una ripresa del volontariato al sud mentre e’ problematica la tendenza al calo delle dimensioni e alla polverizzazione sul territorio delle associazioni che tendono a rinchiudersi localmente e a non fare sistema,forse perche’ soffrono il confronto con cooperative e imprese sociali. Questo pero’ – ha sottolineato Zamagni – puo’ favorire la crescita di un ”volontariato piu’ maturo, che non deve trasformarsi in impresa ne’ sostituirsi al pubblico, ma mettere in pratica il principio di gratuita’, nel rispetto del proprio ruolo e del pluralismo sociale”.


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