Mondo

Adozione mite: uno strumento utile o una scorciatoia illusoria?

Due interventi di Francesco Santanera e Franco Occhiogrosso.

di Riccardo Bonacina

Si discute molto su quella che, sia pur impropriamente, viene definita ?adozione mite?. Cioè un?adozione non legittimante ai sensi della legge 184/1983, ma una modalità di affidamento sino ai 18 anni e più, come progetto già sperimentato da alcuni Tribunali dei minori per porre fine agli affidi familiari ?sine die? nelle situazioni di semi abbandono permanente. Una discussione che qui rappresentiamo grazie agli interventi di Francesco Santanera e di Franco Occhiogrosso. Santanera: Così si violano le leggi sottraendo minori alle famiglie Caro direttore, in merito all?articolo «L?affido-infinito e l?adozione mite», L’affido-infinito e l’adozione mite, anche a nome del Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base (che funziona ininterrottamente dal 1970 e che raggruppa 22 organizzazioni di volontariato), rilevo con estrema preoccupazione che il Tribunale per i minorenni di Bari pronuncia la cosiddetta adozione mite nei confronti di minori non dichiarati adottabili e quindi non «privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori o dei parenti tenuti a provvedervi». Nell?articolo in oggetto il presidente del suddetto Tribunale per i minorenni afferma addirittura che l?adozione mite viene disposta anche quando la famiglia d?origine mantiene con il minore «un rapporto affettivo significativo», pur «essendo incapace di rispondere alle esigenze educative del proprio figlio». Dunque, il Tribunale per i minorenni di Bari, invece di promuovere l?intervento dei servizi sociali (sanità, istruzione, casa, assistenza, ecc.) affinché le famiglie d?origine siano adeguatamente supportate, sottrae questi bambini ai loro genitori, ai fratelli e sorelle, ai nonni e agli altri congiunti. È vero che con l?adozione mite il minore non rompe i rapporti giuridici con la sua famiglia d?origine, ma si tratta di un aspetto non sostanziale, in quanto i poteri parentali sono assunti completamente dai genitori adottivi. Essi, pertanto, possono impedire ogni rapporto affettivo con tutti i componenti della famiglia d?origine ed hanno anche la possibilità di trasferire la loro residenza dove credono. Inoltre, va sottolineato che l?iniziativa del Tribunale per i minorenni di Bari viola apertamente le leggi vigenti, in quanto l?adozione in casi particolari (o mite) può essere pronunciata ai sensi della lettera d) dell?articolo 44 della legge 184/1983 esclusivamente nei casi in cui «vi è la constatata impossibilità di affidamento preadottivo». Orbene, l?affidamento preadottivo può essere disposto solamente nei confronti dei minori dichiarati adottabili. Pertanto la legge consente l?adozione mite soltanto per i fanciulli nei cui confronti è stato accertato che sono «privi di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi» a seguito di un procedimento del Tribunale per i minorenni, che non solo coinvolge i congiunti dei minori, ma che consente loro di presentare ricorsi alle Corti di appello e di cassazione. In sostanza, l?adozione vera ha lo scopo di dare una famiglia ai fanciulli che ne sono privi e non può essere utilizzata per sottrarre i figli ai genitori in difficoltà. Grato della pubblicazione della presente, le porgo cordiali saluti Francesco Santanera, Torino Occhiogrosso: Un mezzo per togliere i minori da situazioni indefinite Caro direttore, la ringrazio di darmi l?opportunità di rispondere ai rilievi di Santanera, anche se non ritengo opportuno in questa sede replicare a ciascuno degli argomenti formali di critica svolti nella lettera. Mi limito ad osservare solo che viene in tal modo del tutto ignorata la problematica relativa alle cosiddette «zone grigie dell?abbandono dei minorenni», a quelle situazioni cioè che, inizialmente apparse di difficoltà temporanea tale da condurre all?affidamento familiare, si siano poi evolute in senso negativo per l?irreversibilità della situazione e l?impraticabilità definitiva del rientro in famiglia, anche se incontri e visite con la famiglia continuano sia pure senza assidua frequenza. Che in questi casi si proceda all?adozione particolare non è un?invenzione del Tribunale per i minorenni di Bari perché tanti tribunali e corti d?appello minorili vi procedono da anni senza che mai venga pronunciata una previa dichiarazione di adottabilità, come Santanera pretende. La sperimentazione dell?adozione mite ha in più il merito di sostituire un piano programmato di intervento giudiziario all?abituale ?fai da te?, all?occasionale iniziativa del singolo affidatario che dopo anni di affido infinito decide autonomamente di proporre la domanda di adozione particolare. Aggiungo che trovo singolare che Santanera a nome del Csa o dell?Anfaa, attribuendo falsamente al Tribunale per i minorenni di Bari orientamenti mai tenuti (quale quello per cui, come scrive, «invece di promuovere l?intervento dei servizi sociali «il Tribunale sottrarrebbe «questi bambini ai loro genitori?»), si erga a giudice dei giudici di tale tribunale, accusandoli addirittura di violare la legge e volutamente ignorando che la sperimentazione dell?adozione mite avviene con l?autorizzazione del Csm; che autorevoli organismi nazionali quali l?Osservatorio nazionale per l?infanzia e l?adolescenza e la Commissione bicamerale per l?infanzia hanno dimostrato il loro apprezzamento; che ogni provvedimento pronunziato è sottoposto al parere e al successivo visto del pubblico ministero (in quanto garante della legalità) e alla possibile sua impugnazione (mai proposta finora), nonché all?esame eventuale di una Corte d?appello minorile molto rigorosa. Il vero, unico punto della questione è che Santanera, o il Csa o l?Anfaa, sono forse favorevoli all?affido-infinito, per usare la bella espressione di Vita. Ma non sono già forse troppi nel nostro Paese coloro che negano che lasciare i bambini nel ?limbo?, privi di una chiara e stabile condizione familiare, sia di grave nocumento alla loro identità e allo sviluppo della loro personalità?

Franco Occhiogrosso, presidente Tribunale dei minorenni di Bari


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