Famiglia

Quei ragazzi in bilico

Sono i figli delle 85mila famiglie in stato di estrema povertà. Facili prede dell’ndrangheta che gestisce perfino i campi sportivi (di Mario Nasone).

di Redazione

La Calabria sta attraversando una delle crisi peggiori della sua storia. Almeno 85mila famiglie si trovano in stato di estrema povertà e il 30% dei calabresi vive forme di disagio economico serio. In più, qui da noi si vive una povertà ulteriore, di natura ?istituzionale?, legata alla mancanza di infrastrutture, di trasporti pubblici, di servizi di welfare. Pochi giorni fa il sindaco di Rosarno si è dimesso per protesta, scoraggiato dall?indifferenza delle istituzioni e dello Stato, dopo che aveva denunciato che il 70% delle scuole del suo comune sono inagibili.
Chi paga il prezzo più alto di questi diverse forme di povertà sono i bambini e gli adolescenti, a cui le politiche sociali ed educative non riescono a garantire i diritti di cittadinanza fondamentali: la salute, la famiglia, l?istruzione, il lavoro, la socializzazione. A loro il Centro comunitario Agape, in collaborazione con MoVi, AiBi e il Forum regionale delle associazioni per i minori, ha dedicato due giorni di convegno, intitolato Bambini in Bilico (Reggio Calabria, 7-8 ottobre), per creare un confronto sulla condizione minorile in Calabria e sulla responsabilità delle istituzioni e della comunità nei loro confronti.
Li abbiamo presi per mano attraversando uno spaccato di diverse povertà: quella delle famiglie segnate dall?esperienza carceraria dei padri; quella della dispersione scolastica legata alla difficoltà dei trasporti e della distanza delle scuole medie nei comuni dell?interno; quella della disabilità, che costringe i bambini e gli adolescenti ad essere ?sanitarizzati? e isolati socialmente, invece che integrati.
E poi, tutto un discorso a parte è stato riservato al problema della ?ndrangheta, che ora intercetta i ragazzi ?gestendo? perfino i campetti sportivi e altri spazi di tempo libero, e finisce per asservirli a una cultura mafiosa della violenza e della povertà di valori.
Ma ci siamo incontrati anche per dire che la società civile, in Calabria, esiste e ha la voglia di opporsi a queste logiche di abbandono. Sono diversi i progetti in atto per far rinascere la solidarietà e non lasciare sole le famiglie: dall?apertura, grazie ad AiBi e Auchan, di un Centro servizi per la famiglia gestito da Agape a Reggio Calabria, fino a un progetto di prevenzione, intitolato Benvenuti a casa, che garantisca la presa in carico di bambini di famiglie a rischio. La strada da fare è molto lunga, ma noi ci auguriamo di non essere soli.

Mario Nasone*
*consigliere del Centro comunitario Agape

Centro Comunitario Agape

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