Volontariato

Droga, Calissano nella comunità “Fermata d’autobus”

L'attore ligure è stato trasferito nel centro di recupero di Torino

di Stefano Arduini

I giudici del riesame hanno concesso all’ attore Paolo Calissano gli arresti domiciliari nella comunita’ terapeutica ‘Fermata d’autobus’ di Torino. La decisione e’ stata notificata stamani all’avvocato Carlo Biondi, che difende Calissano, il quale e’ accusato di detenzione a fini di spaccio di cocaina e di morte, come conseguenza di altro
reato, della ballerina brasiliana Ana Lucia Bezerra Bandeira, 31 anni.

I giudici hanno riconosciuto cosi’ la necessita’ che l’attore riceva cure adeguate per il suo stato di tossicodipendente. La ballerina brasiliana mori’ per overdose dopo un festino a base di cocaina nell’ abitazione, del quartiere genovese di Albaro,
di Calissano.

Secondo quanto si legge nell’ ordinanza del tribunale, Paolo Calissano non sarebbe uno spacciatore. Ed e’ per questo che il tribunale del riesame ha accolto la richiesta del difensore dell’ attore genovese di poter uscire da uno stato detentivo per potersi curare, in regime di arresti domiciliari, nella comunita’ terapeutica ‘Fermata d’ autobus’ di Torino.

L’ ordinanza, dopo la ricostruzione sulla base delle testimonianze raccolte dal pubblico ministero della serata in cui mori’ Ana Lucia Bezerra Bandeira nell’ appartamento genovese di Calissano, le frequentazioni e le motivazioni che portarono a consumare cocaina gli ospiti dell’ attore, sottolinea che la tossicodipendenza di Calissano e’ un fatto accertato ma che la cocaina che l’ attore teneva in casa era sostanzialmente
destinata all’ autoconsumo.

Non esclude, il tribunale, che l’ attore abbia tenuto la droga anche per concederne ai suoi ospiti ma che questa disponibilita’ fosse assolutamente a titolo gratuito. Certo e’,
scrive ancora il giudice del riesame, che Calissano non e’ il tipo di spacciatore neppure di alto bordo. Cosi’ come e’ certo che in determinati ambienti l’ uso di cocaina e’ frequente e notorio.

Calissano dunque deve potersi curare nella comunita’ terapeutica segnalata dal professor Francia, consulente della difesa. A maggior ragione se si pensa che l’ abuso di cocaina e’ derivato – secondo la perizia del professor Francia – da un disturbo depressivo grave, disturbi della personalita’ anche a carattere psicotico con crisi allucinatorie visive e auditive. Depressione nella quale e’ ripiombato anche mentre si trovava agli arresti nello speciale reparto dell’ ospedale San Martino di Genova.

Il tribunale del riesame segnala che la comunita’ scelta per Paolo Calissano ha gia’ fatto pervenire il programma di recupero e che non ci sono ragioni per ritenere che l’ attore voglia violare la misura cautelare degli arresti domiciliari in comunita’. Comunque, il tribunale ha disposto che Calissano non si allontani dalla comunita’ ‘Fermata d’ autobus’ e non intrattenga comunicazioni e frequentazioni ultronee rispetto a quelle con i familiari, il difensore e il personale della comunita’.

Calissano, in tuta e con un giubbotto, e’ uscito dal reparto detenzione del San Martino, dove si trovava in stato di detenzione fin dalle prime ore del suo arresto, alle 15. E’
salito sulla BMW X3 del fratello Roberto senza parlare con nessuno e si e’ diretto verso la comunita’ terapeutica.

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