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Ambiente, delega di segreti e veleni
Con la legge 308/2004, la cosiddetta Delega ambientale, la stesura dei decreti attuativi (riguardanti rifiuti, parchi, emissioni, impatto ambientale) è avvenuta con un processo quasi segreto
Resta altissima la guardia sulla delega ambientale: dopo l?operazione trasparenza lanciata dal WWF per rendere pubblici i testi dei decreti elaborati dal governo (in attuazione della legge 308/2004) su materie fondamentali come la riscrittura delle norme sulle acque, sui rifiuti, sui parchi, sul danno ambientale, sulla Valutazione d?impatto ambientale, sulla difesa del suolo, sulle emissioni, il 22 settembre scorso anche la Conferenza Regioni ha preso le distanze dall?intero pacchetto legislativo.
Esattamente come denunciato dall?associazione, anche per le Regioni i vari decreti sono rimasti off-limits fino a quando la Conferenza non li ha potuti acquisire ?ufficiosamente? e ha subito chiesto al governo l?apertura di un tavolo di confronto «che recuperi la concertazione istituzionale a suo tempo sancita, ed evitare che tali delicatissime questioni per la vita del Paese possano comportare un danno serio per la tutela dell?ambiente e del territorio e divenire oggetto di un rilevante contenzioso costituzionale».
Ma cosa è successo? «Le riforme della legge delega che si vorrebbero introdurre sono state sino ad oggi trattate come un segreto di Stato», ha spiegato lo stesso presidente del WWF, Fulco Pratesi, in una lettera aperta inviata a tutti i parlamentari l?8 settembre. «Solo lo scorso 22 luglio le associazioni ambientaliste sono state convocate dal ministero dell?Ambiente per l?avvio delle consultazioni previste e obbligatorie», scrive Pratesi. «Dopo sette mesi le associazioni si aspettavano di vedersi consegnare bozze di testi su cui esprimere parere. Invece il ministero voleva avviare un confronto su linee generiche che null?altro facevano se non riproporre i temi espressi dalle legge delega. Di fatto, dunque, non c?è stata alcuna consultazione e le associazioni hanno chiesto con forza di essere riconvocate avendo prima a disposizione i testi in bozza. La reazione del ministero è stata clamorosa, negando la possibilità di fornire le bozze dei testi prima che queste fossero approvate dal Consiglio dei ministri, cioè a giochi fatti».
Ma se il metodo preoccupa, l?allarme sui contenuti è altissimo.
Riguardo al danno ambientale, ad esempio, il decreto dovrebbe applicare la direttiva Ue sulla responsabilità ambientale (2004/35/Ce). In pratica, però, cancella totalmente la norma che disciplina il danno ambientale, la responsabilità e il risarcimento da danno ambientale. Ancora: nella prima bozza diffusa si prevedeva che la Valutazione d?impatto ambientale potesse essere scavalcata attraverso il silenzio-assenso (poi il ministero ha fatto sapere che si è trattato di un errore).
Il WWF ha passato al setaccio anche i capitoli che dovrebbero regolare la gestione dei rifiuti: la verifica ha svelato un numero particolarmente alto di similitudini con i testi proposti da Confindustria (consultabili facilmente dallo stesso sito ufficiale). Che fare? La richiesta delle associazioni è di giungere finalmente a un dibattito trasparente, per approdare a una legislazione rigorosa e adeguata alle esigenze di tutela di cui l?Italia ha bisogno.
Info: www.wwf.it
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