Mondo

Il telefonino ha un chip insanguinato

Congo. Così si muore per il coltan, polvere nera, componente essenziale per le nuove tecnologie. Le miniere sono nel cuore dell’Africa.

di Benedetta Verrini

C?è una nuova corsa all?oro in Congo. Nuove generazioni di minatori si affannano a raccogliere una sabbia nera iridescente, il coltan, minerale che si trova in abbondanza nella zona del nord Kivu. Oppressi dai soldati ruandesi e ugandesi, o da potenti mediatori locali, i raccoglitori di coltan non sanno di essere la spina dorsale della new economy. Il coltan infatti è necessario alla costruzione di tutti gli oggetti ad alta tecnologia, come i telefonini, i satelliti, la Play Station. Dopo la guerra che dal 1996 ad oggi ha destabilizzato l?intera regione e ha fatto tre milioni di morti, la Repubblica Democratica del Congo è dilaniata dai tanti sciacalli in cerca di questo prezioso minerale. I missionari da tempo denunciano questa situazione, chiedendo conto anche alle compagnie aeree che hanno accettato di trasportare questo materiale in Occidente. E almeno questo appello è stato in parte accolto: lunedì 18 Sabena e e Swissair hanno annucnciato di sospendere i trasporti del materiale sui loro aerei. Ma tanti altri appelli sono rimasti inascoltati, come denuncia i questa intervista un testimone di questa silenziosa carneficina: è padre Silvano Ruaro, missionario dehoniano che vive laggiù dal 1970. Vita: Che cosa sta succedendo in Congo? Silvano Ruaro: C?è una situazione di totale disordine e terrore. La gente esce di casa e non sa se tornerà viva. Gli stupri e le violenze sono all?ordine del giorno. Il governo di Joseph Kabila non riesce a controllare il territorio perché, tra l?altro, tutte le strade sono interrotte. La parte nord orientale del Paese, nella regione del Kivu, è stritolata dal conflitto tra l?esercito ugandese e quello ruandese. A Mambasa, dove c?è la nostra missione, il territorio è attraversato dalle scorrerie degli eserciti nazionalisti locali, come i Mayi-Mayi, guerriglieri bambini di nove, dieci, dodici anni. Vita: Cosa può raccontarci del coltan? Padre Ruaro: è un minerale rarissimo, una polvere che si trova anche in superficie, di colore nero brillante. Come saprete, viene usato per le ogive degli aerei, per i componenti dei telefonini e dei computer. L?80% delle riserve mondiali di questo minerale si trovano in Africa e l?80% di queste si trovano proprio nella regione nord orientale del Congo. Non è difficile immaginare cosa si è scatenato in questi ultimi due anni intorno a questa faccenda: il coltan è diventato la ragione della guerra e la sua stessa linfa vitale. Le multinazionali straniere hanno assoldato mediatori ruandesi, per controllarne la raccolta. I sacchi di polvere nera transitano da Bukavo e da Kigali verso il Belgio, Israele, gli Stati Uniti. In cambio, la guerriglia locale e gli eserciti si spartiscono una torta di milioni di dollari che finisce per alimentare ancora il conflitto. Vita: E la popolazione? Padre Ruaro: Uomini e ragazzini partono per la foresta come se andassero verso un Eldorado. In un paese dove un dollaro americano vale ormai milioni di franchi locali, come si può resistere alla promessa di uno stipendio di 100 dollari al mese? Ma tutti questi soldi non li vedono nemmeno, diventano schiavi dei kumba kumba, i caporali ruandesi, e spesso non sopravvivono alle fatiche e alle violenze. Le campagne si sono lentamente svuotate e i prodotti agricoli sono diventati solo un bene di sussistenza. Questa corsa all?oro produce nuovi orfani e donne e bambini abbandonati. Ma la situazione, purtroppo, sta precipitando ancora. Vita: In che senso? Padre Ruaro: Dopo la recente pubblicazione di un rapporto delle Nazioni Unite che metteva sotto accusa le multinazionali straniere e gli eserciti ruandesi e ugandesi per il saccheggio e le violenze nelle regioni del Kivu, le attività di raccolta sono diventate ancora più frenetiche. Soldati regolari e piccoli boss locali vengono a rastrellare uomini nei villaggi e tirano fuori i prigionieri dalle carceri. Uno di questi intermediari, esponente del governo ruandese, è arrivato persino a Mambasa. Ha preteso di dormire nella nostra missione. Mi ha raccontato che dai bianchi riceve commesse da 600mila dollari alla volta. Il giorno dopo si è portato via con grossi elicotteri russi almeno 150 giovani del paese. Vita: Che destino avranno i congolesi? Padre Ruaro Per adesso uno soltanto: quello di essere dimenticati dal mondo. Nessuno parla di questo popolo ucciso, violentato, deriso. Questa è una guerra importata e a tutti fa comodo che prosegua. è per questo che l?Onu non interviene? Che Kofi Annan non parla mai di noi? Non lo so. Ho cercato di costruire una piccola oasi di pace a Mambasa, dove 400 ragazzi possono studiare e fare le scuole professionali. Sto lavorando al progetto di un ospedale. Vorrei insegnare ai miei ragazzi a stare lontani dai tribalismi. E soprattutto, vorrei vederli vivere in pace. Info: Segretariato missioni-Sacerdoti del Sacro Cuore, tel. 02.2708811


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