Welfare
Diventare “avvocato dei cittadini”: ogni ente locale ha le sue regole
Gli enti, in virtù del grado delle rispettive autonomie, hanno la possibilità di regolamentarne la disciplina come ritengono opportuno, pur nel rispetto della legislazione nazionale
Vorrei potermi rendere utile per difendere i diritti dei più deboli, che molto spesso sono vessati proprio da chi dovrebbe difenderli. Vi scrivo perché sarei interessato a sapere come si può diventare difensore civico. Credo che questa figura possa rendersi utile nell?aiutare le persone.
(lettera firmata, Palermo)
L?istituzione dei difensori civici è prevista dagli statuti regionali e degli altri enti (Province e Comuni) che, in virtù del grado delle rispettive autonomie, hanno la possibilità di regolamentarne la disciplina come ritengono opportuno, pur nel rispetto della legislazione nazionale: per le Regioni, il testo di riferimento è la legge 15 maggio 1997, n. 127, («Misure urgenti per lo snellimento dell?attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo»); per le amministrazioni locali , il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 («Testo unico delle leggi sull?ordinamento degli enti locali»).
Proprio il Comune di Palermo, città da cui ci scrive il nostro lettore, è in questo periodo impegnato a eleggere il proprio difensore civico. In Sicilia questo istituto è stato introdotto nel 1991 e l?ordinamento regionale ha stabilito la sua obbligatorietà solo nel caso di espressa previsione negli statuti delle Province e dei Comuni siciliani.
Ciò che hanno fatto in ben 351 tra Comuni e Province (quasi il 90% del totale delle amministrazioni locali dell?isola). Appena 59 enti – a inizio 2005 – hanno però successivamente eletto il difensore civico e, dei capoluoghi di provincia, solo Catania e Siracusa hanno il loro ombudsman.
Palermo, la città capoluogo, ha avviato le procedure per la nomina il 16 luglio scorso con la pubblicazione di un avviso nel quale sono stati dati trenta giorni di tempo per la presentazione delle candidature. Nel bando vengono richiesti alcuni requisiti, tra i quali vi sono la laurea in facoltà giuridico-legali, la preparazione giuridica e amministrativa, l?esercizio di attività connesse (la professione forense, la magistratura, incarichi politico-istituzionali).
Sarà poi il consiglio comunale palermitano, una volta accertata l?idoneità dei candidati, a dover eleggere il difensore civico con la maggioranza qualificata (ovvero i due terzi del consiglio). Entro ottobre, assicurano gli uffici del Comune, Palermo avrà il suo difensore civico.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.