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Basi Usa alla Maddalena: Giovanardi risponde alla Camera

Lo stenografico dello scambio tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la parlamentare Elettra Deiana, che aveva posto un'interrogazione

di Benedetta Verrini

“Signor Presidente, signor ministro, stando a recentissime notizie di stampa, il suo Governo continua a concedere porzioni del territorio sardo alla marina militare americana”. E’ l’inizio dell’intervento di Elettra Deiana (Prc), che mercoledì alla Camera ha posto un’interrogazione a risposta immediata al governo. Ecco lo stenografico delle richieste della parlamentare e della risposta del ministro Carlo Giovanardi:

DEIANA: Come noto, infatti, due anni fa il ministro Martino ha concesso che la presenza americana nell’isola di Santo Stefano si allargasse e mutasse segno: da punto di approdo per sommergibili nucleari a una vera e propria base.
Oggi, poi, parrebbe che questa espansione sia destinata a crescere, secondo un piano statunitense di concentrazione e rafforzamento degli insediamenti americani, fino a comprendere 86.700 metri quadrati in un’area compresa tra Santo Stefano, La Maddalena e Palau.
Chiedo, dunque, di sapere se le notizie riportate dalla stampa siano vere, in quali sedi e sulla base di quali argomentazioni e pressioni americane e, soprattutto, con quali finalità di interesse nazionale una decisione in tal senso sia stata presa.

PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.

CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, l’isola di Santo Stefano è una base italiana una parte della quale, sotto il comando nazionale italiano, è concessa alla Marina degli Stati Uniti quale area di supporto navale sulla base di accordi sottoscritti nell’ambito della storica alleanza fra i due paesi.
Per l’utilizzazione delle basi non vige alcuna condizione di extraterritorialità, permanendo allo Stato italiano l’esercizio della piena sovranità. Esse sono concesse in uso alle forze militari NATO o statunitensi, senza che la sovranità nazionale sia in alcun modo messa in discussione.
Ciò premesso, in merito a questo ampliamento, il Governo e la Difesa hanno già avuto modo di chiarire sia le motivazioni della riqualificazione della base sia il carattere di urgenza e la reale portata dei lavori.
Al riguardo, le notizie secondo cui l’ampliamento della base risulti andare oltre i 48 mila metri cubi sono assolutamente prive di fondamento, come già più volte ripetuto. La Difesa, infatti, non ha ricevuto richieste per progetti infrastrutturali che si discostino da quanto era stato precedentemente concordato, ossia contenute variazioni ricomprese nel recupero di superfici oggi già destinate, in una situazione di profondo degrado, a depositi di materiale a cielo aperto e relative, soprattutto, all’adeguamento dei manufatti alle norme in materia di sicurezza, protezione fisica e benessere del personale civile e militare che opera in quegli ambienti.
Tali valutazioni sono state istituzionalmente condivise anche dalla soprintendenza di Sassari che, dopo vari sopralluoghi e incontri in loco, ha giudicato il progetto migliorativo anche sotto l’aspetto dell’insediamento nel paesaggio, esprimendo un parere favorevole.
Altresì, l’Ente parco Arcipelago de La Maddalena, interessato in proposito, non ha rappresentato alcuna eccezione. Inoltre, la tipologia, le attività e il livello di attività svolte e il sistema di monitoraggio e controllo messo in atto nell’arcipelago escludono pericoli per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Quanto all’arsenale de La Maddalena, non è in atto alcuna attività per l’eventuale cessione in uso di parte o di tutto il comprensorio alla Marina americana. Parimenti, non sono concessi in uso agli Stati Uniti né la caserma Sauro, né quella Favalli, mentre l’utilizzo del diporto e di alcune banchine è permessa a livello locale per motivi di sicurezza, ma non in uso esclusivo.
Riguardo, inoltre, alle presunte conseguenze negative per la salute dei cittadini e la loro sicurezza, si osserva come l’azione svolta dal Governo sia sempre stata improntata alla massima trasparenza ed indirizzata opportunamente ad armonizzare i molteplici aspetti che attengono alla sicurezza, all’impatto ambientale e allo sviluppo turistico ed economico dell’area (dove passa le vacanze, come noto, anche il Presidente del Consiglio), nel rispetto dell’autonomia politica e amministrativa della regione Sardegna.

Infine, quanto alla richiesta dell’onorevole interrogante sull’opportunità di investire della problematica il Parlamento, è opportuno ricordare che la Camera ha approvato, nella seduta del 26 febbraio 2004, una mozione presentata dall’onorevole Anedda, che impegna il Governo a portare avanti la realizzazione della riqualificazione del punto di appoggio logistico dell’isola di Santo Stefano.

PRESIDENTE. L’onorevole Deiana ha facoltà di replicare.

ELETTRA DEIANA. Signor ministro, mi dichiaro ovviamente insoddisfatta, perché su questa materia, come sempre, vige un clima da «porto delle nebbie», ossia non si sa mai esattamente di cosa si tratti.
Innanzitutto, voglio farle presente che non ci sono state smentite ufficiali da parte del Governo, né di nessun altro tipo, delle notizie che sono circolate sui giornali nazionali circa il piano americano che dovrebbe essere presentato il mese prossimo alle autorità italiane. Non ci sono state smentite e il presidente della regione Sardegna ha chiesto continuamente un incontro con le autorità americane. Ciò lascia supporre che vi siano delle preoccupazioni anche da parte sua.
Lei sa benissimo che il Memorandum del 1972 è segreto e che non è mai stato sottoposto a ratifica da parte del Parlamento. Lei sa benissimo che il ministro Martino ha operato una concessione di rafforzamento della presenza americana, che non è soltanto funzionale all’utilizzo dell’approdo, ma, in realtà, si traduce in un vero e proprio insediamento americano, in una vera e propria base, mentre il famoso Memorandum del 1972 presupponeva soltanto il diritto ad un approdo.
Quindi, siamo di fronte a un continuo slittamento dei benefici di cui la Marina militare americana gode sull’isola di Sardegna e ad una continua e reiterata latitanza del Governo rispetto alla necessità di rispondere con piena trasparenza e di rendere chiaro il contesto entro cui il Governo si muove.

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