Mondo

Sudan: formato governo dopo 21 anni di guerra

Il primo governo di unità nazionale formato al termine di lunghe trattative

di Emanuela Citterio

In Sudan il governo di unità nazionale è nato ieri dopo 21 anni di guerra fra il nord e il sud del Paese, con un bilancio di un milione e mezzo di morti e 4 milioni di sfollati e profughi. La formazione del governo è una tappa importante nell’applicazione dell’accordo di pace firmato il 9 gennaio 2005 tra il regime di Khartoum e il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm), attivo nel sud del Paese . ”Il governo e’ di buon augurio e esprime la volontà del popolo del Sudan di stabilire la pace e consolidare l’unita’ nazionale”, ha dichiarato in serata alla televisione il capo dello Stato Omar el Beshir. L’esecutivo comprende 29 ministri e 33 viceministri, oltre a 12 consiglieri presidenziali con rango di ministro. Ne fanno parte cinque donne (due ministri, due viceministri e un consigliere presidenziale). In base all’accordo di pace, questo governo di transizione resterà in carica fino alle elezioni legislative, che dovrebbero essere convocate entro quattro anni. Nel luglio scorso è cominciato un periodo di sei anni di regime transitorio, al termine del quale nel sud del Sudan si svolgerà un referendum sull’ autodeterminazione. Tra i posti-chiave, il ministero dell’Energia, cui l’Splm ambiva, resta al Congresso nazionale (Cn), il partito di Beshir, e mantiene l’attuale titolare, Awad Ahmed al Jaz. I negoziati sono stati aspri soprattutto per questo dicastero strategico, che si occupa del petrolio, una delle principali fonti di reddito del Paese e cause della guerra civile, che ha opposto il nord arabo e musulmano al sud cristiano e animista. Gli Esteri vanno per la prima volta a un rappresentante del sud, Lam Akol, figura di spicco dell’Splm ed ex ministro dissidente del regime di Beshir, al potere dal 1989, in seguito a un colpo di stato. Akol sostituisce uno dei piu’ fedeli collaboratori di Beshir, Mustafa Osman Ismail, capo della diplomazia da sette anni, che e’ stato nominato consigliere presidenziale. L’Splm ottiene nove ministeri: oltre agli Esteri, Istruzione, Istruzione superiore e ricerca scientifica, Sanita’, Trasporti, Investimenti, Commercio estero, Affari umanitari, Affari di gabinetto. Il Congresso nazionale mantiene i dicasteri della Difesa (Abdel Rehim Mohamed Hussein), dell’Interno (Al Zoubeir Beshir Taha), delle Finanze (Al Zoubeir Mohamed Hassan). I grandi assenti nel governo di unita’ nazionale sono il partito Oumma, una delle piu’ importanti formazioni di opposizione del nord, dell’ex primo ministro Sadek al Mahdi; e il Congresso popolare (Cp), dell’oppositore integralista islamico Hassan al Tourabi. Il governo e’ stato formato secondo le quote previste dall’ accordo di pace: 52% dei posti al Cn, 28% all’Splm guidato da Salva Kiir, 14% all’opposizione del nord; 6% all’opposizione del sud. (fonte: Ansa)


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