Famiglia

Sudan: scontri in Darfur, 40 morti

Rappreseglia delle milizie janjaweed pro-governative contro i ribelli del Slm/a a nord di Nyala (sud Darfur)

di Redazione

Oltre 40 persone sono morte nell’attacco lanciato ieri dalle milizie arabe filo-governative sudanesi contro i ribelli del Movimento di liberazione del Sudan (Slm/A) nella regione occidentale del Darfur: lo riferiscono fonti locali citate oggi dal sito Irin (Integrated Regional Information Networks), dell’Ufficio Onu per il coordinamento delle questioni umanitarie.

L’attacco è stato lanciato come rappresaglia al raid messo a segno dai ribelli del Slm il 23 e il 24 agosto scorsi nel villaggio di al Malam, circa 50 chilometri a nord dalla capitale del Sud Darfur, Nyala. Stando a quanto riferito dalla missione dell’Unione africana in Sudan (Amis), nel corso del raid i ribelli hanno rapito sette arabi e sequestrato oltre 2.000 cammelli. In un comunicato diffuso oggi dall’Ambasciata del Sudan in Italia, l’Amis esprime il proprio disappunto per la mancata liberazione degli ostaggi e dei cammelli da parte dei ribelli.

“Notiamo con rammarico – si legge nel comunicato – che invece di inviare i propri rappresentanti alla commissione congiunta degli Anziani di ambo le parti per risolvere in modo pacifico la questione attraverso il dialogo, il Slm ha rilasciato dichiarazioni che ritrattano per giunta la loro precedente ammissione del sequestro”. “Ugualmente esprimiamo il nostro rammarico – prosegue il testo – per il fatto che i nomadi arabi, che avevano mostrato finora un’ammirevole moderazione e si erano impegnati a cooperare con l’Amis, stanno ora ammassando le loro truppe e hanno reso nota la loro intenzione di lanciare un attacco per recuperare le persone sequestrate e i loro cammelli”.

Una fonte della comunità nomade, citata dal sito Irin, ha dichiarato oggi che “un folto gruppo di nomadi ha attaccato la roccaforte del Slm/A nell’area montana di Jebel Marra”, nello stato del Sud Darfur. Uno scontro durato quattro, cinque ore e che si è concluso con la morte di 30 nomadi arabi. Una fonte delle agenzie umanitarie presenti nella stessa area ha riferito la morte di 10-15 ribelli. “La situazione è molto tesa – ha detto la fonte – e i membri delle tribù nomadi chiedono vendetta”. Un’altra fonte locale ha confermato che è in corso “una grande mobilitazione dei membri delle tribù nomadi” e ha ammonito contro una possibile “escalation delle operazioni di combattimento” nella regione.

Lo stesso monito è stato lanciato dall’Amis, che ha sottolineato come “consapevole del peggiorare della situazione di sicurezza nell’Ovest Darfur in particolare e in alcune parti del Nord Darfur, un’escalation della situazione nell’area di al Malam avrebbe certamente ripercussioni più vaste”. L’Unione africana ribadisce il suo appello ai ribelli del Slm per un immediato rilascio degli ostaggi e dei cammelli sequestrati e chiede al “governo della Repubblica del Sudan e alle sue agenzie presenti sul terreno di adoperare la propria influenza sulla parte danneggiata affinchè non cerchi di risolvere la questione da sola e conceda all’iniziativa di mediazione la possibilità di risovere la questione”.

Intanto, proseguono ad Abuja, in Nigeria, i colloqui di pace tra il governo di Khartoum e i due principali gruppi di ribelli del Darfur: il Slm e il Movimento di Giustizia e Uguaglianza (Jem). Negoziati che mirano a porre fine al conflitto scoppiato nel febbraio del 2003 e che non hanno registrato finora significativi progressi.

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