Formazione

Germania: i risultati definitivi

Primo partito la Cdu/Csu che però arretra notevolmente rispetto ai sondaggi, e non ottiene la maggioranza, sorpresa dei liberali, e conferma della Linkspartei.Pds

di Giulio Leben

Ecco i risultati delle elezioni legislative in Germania: Cdu/Csu (Cristiano-democratici) al 35,2%, Spd (Sociademocratici) al 34,3%, Fdp (Liberali) al 9,8%, Linkspartei.Pds (Socialisti) al 8,7%, Verdi 8,1%. Per quanto riguarda i seggi al Parlamento tedesco, Cdu/Csu ed Spd sono divisi da appena tre seggi: 222 per i socialdemocratici e 225 per i cristiano-democratici. Ai liberali vanno 61 seggi, 51 ai Verdi, e 54 alla Linkspartei.Pds.

A questo punto nulla si può dire sulla composizione del prossimo governo tedesco. Nessuno ha infatti la maggioranza. Nemmeno il sorprendente risulato dei libelari può nascondere e ridurre il crollo della Cdu/Csu. Angela Merkel, segreterio dei Cristiano-democratici è riuscita laddove nessuno era arrivato: perdere 20 punti di distacco che la separavano dai propri avversari appena 3 mesi fa.

Con le si era schierata la Faz (Frankfurt Allgemaine) che oggi la critica duramente, Die Zeit, che oggi titola “Schroeder è ancora più forte”, e buona parte della popolazione che aspirava a un cambiamento. In 3 mesi è riuscita a disperdere ciò che sembrava ormai nelle proprie mani.

Al contrario, il vincitore “temporaneo” di questo duello elettorale è sicuramente Gehrard Schroeder. Che si è opposto dall’inzio della campagnia ad oggi a una “Grosse Koalition”, ovvero ad un’alleanza tra Spd e Cdu/Csu. In quel caso, infatti, avrebbe dovuto cedere il cancelliarato ad Angela Merkel: la peggio cosa che gli si potesse prospettare. E invece è riuscito a recuperare negli stessi tre mesi, ben 7 punti.

I voti rimanenti, che non sono confluiti nella Cdu/Csu o nella Spd, sono andati ai due partiti più piccoli, al terzo incomodo che, come si suol dire, “ora se la gode”. Se la gode Guido Westerwelle, segretario della Fdp (Liberali) che ha toccato il tetto del 10%, un vero successo per il suo partito. E se la gode Oskar “il rosso” Lafontaine, che con l’8,7% per la Linkspartei.Pds ha raggiunto e superato gli alleati di Schroeder, i Verdi, fermi all’8%.

Prospettive? Un governo Rosso-Rosso-Verde (Spd-Linkspartei.Pds-Verdi)? I numeri ci sono, ma anche i rancori e i motivi di disaccordo. Oskar Lafontaine, c’è da giurarselo, vorrà godersi la rivincita, dopo che nel 1999 si è dimesso da ministro ed e’ uscito dalla Spd sbattendo la porta. Grosse Koalition? Forse, ma Schoeder l’ha fatto capire da subito, comunque sia, vuole essere lui il prossimo cancelliere. Un accordo Nero-Giallo-Verde? Cioè Cdu/Csu-Fdp-Verdi? Wolfgang Schäuble, politico di lungo corso e vecchio amico di Helmut Kohl, ha lanciato l’idea, chissà. Oppure? Che per far digerire una Grosse Koalition alla Spd, e sopratutto a Schroeder, sia necessario un nome nuovo al posto di quello della Merkel? Christian Wulff (Cdu), presidente del Niedersachsen? Friedrich Merz (Cdu), il ministro delle finanze in pectore, che la Merkel ha recuperato dopo averlo inizialmente defenestrato, preferendo a lui, il tanto bistrattato professore di Heidelberg, Paul Kirchhof?

Comunque sia, non sarà subito e non sarà semplice. Una cosa è certa, la sinistra, in Germania, è la sola ad avere la maggioranza aritmetica.

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