Formazione

E’ scomparso Giorgio Mingardi

Segretario nazionale dell'Uisp dal 1957 al 1969 e successivamente dirigente nazionale di Arci e di Arci Caccia

di Giulio Leben

Dopo una lunga malatttia che lo aveva costretto a letto da molto tempo, è morto questa notte Giorgio Mingardi, 83 anni, segretario nazionale dell’Uisp dal 1957 al 1969 e successivamente dirigente nazionale di Arci e di Arci Caccia. Giorgio Mingardi si è spento nell’Ospedale romano di S.Andrea, in via di Grottarossa dove domani, mercoledi 14 settembre sarà allestita la camera ardente. Alle ore 11 la salma verrà trasferita al Cimitero di Prima Porta per la sepoltura. La presidenza nazionale Uisp, il Consiglio nazionale Uisp, i tanti dirigenti Uisp che hanno conosciuto Mingardi e operato insieme a lui per lo sviluppo dello sport popolare e per tutti ne ricordano la figura e si uniscono in un commosso abbraccio all’indirizzo dei familiari. Il ricordo di Luigi Martini ?I decenni dell?impegno culturale e sociale di Giorgio Mingardi sono quelli della nascita, del rafforzamento, del mutamento e della conquista di un ruolo non marginale dell?associazionismo italiano per un?idea più ampia della democrazia del nostro secondo dopoguerra. Ha iniziato a dispiegare questo suo impegno per coerenza ideale e politica, ha imparato a guadagnare una nuova idea del rapporto fra associazionismo e politica, fra associazionismo e Stato, nella sostanza, una superiore idea di democrazia grazie al suo lavoro e all?esperienza compiuta nelle organizzazioni che ha diretto. Dopo una breve ma intensa esperienza nello sport popolare bolognese, a Giorgio viene chiesto di trasferirsi a Roma. Sono gli anni dell?attacco scelbiano alle sedi del movimento dei lavoratori, alle Case del Popolo e anche alle condizioni di agibilità organizzativa delle società sportive che non aderiscono al sistema sportivo olimpico o cattolico. Giorgio è fra i dirigenti nazionali dell?Uisp, organizza le diverse discipline sportive e, dopo qualche tempo, viene eletto Segretario Generale dell?Unione, quasi in concomitanza con la nascita dell?Arci. L?Italia del tempo vive in un clima di forte contrapposizione ideologica, e il movimento associativo subisce questa limitazione, ma è proprio in quegli anni cinquanta che cominciano ad affermarsi i primi veri segni di autonomia dell?associazionismo sportivo, ricreativo e culturale dai partiti. L?avvento della società dei consumi e dell?urbanizzazione massiccia produce nuove distorsioni, Mingardi, dalla sua postazione di dirigente sportivo popolare, contribuisce a definire nuove proposte culturali capaci di offrire risposte alle condizioni di disagio delle giovani generazioni. È in quegli anni che la sua Uisp lancia i Centri di formazione sportiva e di avviamento allo sport per far fronte alle malformazioni che la vita sedentaria, vissuta in quartieri senza spazi naturali e senza impianti sportivi, determina nel corpo dei bambini e dei giovani. Dopo l?avvio di questo lavoro l?Arci gli chiede di dedicarsi alla costruzione della sua Sezione sportiva popolare. È l?Arci che sta andando incontro alla stagione del Sessantotto, al circuito teatrale alternativo, alla diffusione del cinema d?impegno. Giorgio sembra collocato in una posizione defilata, ma per un quadro dirigente di qualità non c?è area marginale. I temi della difesa dell?ambiente cominciano allora ad assurgere agli onori della cronaca politica, anche se ancora patrimonio di avanguardie. Ed è proprio da quel segmento apparentemente laterale della politica associativa che nasce, grazie a Mingardi e un nucleo di cacciatori sensibili una organizzazione assolutamente nuova: l?Arcicaccia. Nuova per gli obiettivi che propone: No alle riserve di caccia, No allo sfruttamento distruttivo del patrimonio faunistico, Si ad una caccia controllata e all?affermazione dei cacciatori quali difensori del patrimonio ambientale del paese. È una scommessa azzardata? No, solamente impegnativa. È vero, si tratta di una rivoluzione culturale, che i nascenti movimenti ambientalisti discuteranno a fondo, mentre le altre organizzazioni venatorie guarderanno con sospetto. Per questo obiettivo Mingardi offre tutta la sua capacita di dirigente e organizzatore durante gli anni settanta. Ma non bisogna trascurare l?entusiasmante esperienza dell?unificazione fra i tanti tronconi dell?associazionismo di cultura popolare, quella fra l?Arci e l?Uisp; un grande progetto ideale e teorico che Mingardi accompagna con convinzione e che avrà ricadute importanti nell?affermazione dell?associazionismo culturale nel nostro paese come soggetto politico autonomo. Sul finire del decennio Giorgio diviene il dirigente di riferimento del nuovo gruppo dirigente dell?Arci, quello al quale chiedere suggerimenti, ascoltarne la saggezza per affermare senza strappi la nuova fase culturale, il progetto che condurrà alla nascita di: Lega Ambiente, Arci Gay, Arcigola (ora Slow Food), Arci Ragazzi, Arci Donna, ecc. Mingardi appartiene a quella generazione di uomini che, dediti alla vita politica, hanno pensato che per un rivoluzionario la pensione non è prevista. E Giorgio rivoluzionario lo è stato, seppure non nell?accezione estremistica del termine, ma nella dedizione di sé alle idee per le quali ha ritenuto di dover utilizzare la propria vita. Ha combattuto da comunista per il socialismo, ma sapeva scherzarci sopra, come sul fatto di non aver comprato casa nei primi decenni del dopoguerra sull?onda dell?idea che ?tanto stava per arrivare?. Se non temessimo di cadere nella retorica, potremmo dire che ha lottato per la giustizia, per l?equità sociale e per una società laica e capace di accogliere. Così si è incontrato con moltitudini di esseri umani, fino agli ultimi tempi ragionando e discutendo, ma prima di ogni cosa sorridendo?. Luigi Martini per Arci, Arcicaccia, Uisp


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