Non profit

Mussari: ma il Governo sa che…

«...nell’ultimo anno le fondazioni hanno erogato 1,1 miliardi di euro a scopo solidaristico? Eppure in quattro anni non siamo mai stati consultati». L'attacco del presidente di Mps

di Francesco Maggio

Metti una sera alla Festa dell?Unità, attorno allo stesso tavolo, qualche banchiere, un paio di politici, due presidenti di fondazioni bancarie e un economista. Lasciali parlare di finanza e risparmio a ruota libera per venti minuti a testa, senza vincolarli troppo al ruolo che ricoprono. E scopri che ci vuole davvero poco a capire perché siamo arrivati alla frutta, a quella perdita di credibilità internazionale che non è necessario che il ministro dell?Economia, Siniscalco attribuisca, come ha fatto all?ultimo Comitato interministeriale del credito e del risparmio del 26 agosto, a 167 articoli ?contro? del Financial Times.

Basta guardarsi intorno: ognuno procede in ordine sparso, il sistema Paese semplicemente non esiste. E a farla da padrona è sempre lui, l?intramontabile ?particulare? di machiavellica memoria.

Quel dialogo mancato
«Solo nell?ultimo anno le fondazioni bancarie hanno erogato a scopo solidaristico complessivamente oltre 1,1 miliardi di euro», ha ricordato Giuseppe Mussari, presidente della Fondazioni Mps e vicepresidente dell?Acri. «Possibile che in un Paese in cui lo Stato sociale cade a pezzi, il governo non abbia mai avvertito in questi quattro anni e mezzo l?esigenza di convocarci e dirci: apriamo un dialogo, vediamo come possiamo collaborare, fare un tratto di strada insieme?».

Tutt?altro. Anzi, proprio sulla testa di Mussari pende come una spada di Damocle l??emendamento Eufemi? (dal nome del parlamentare Udc che l?ha presentato) al disegno di legge sul risparmio che sterilizza i diritti di voto delle fondazioni per la quota superiore al 30% nel capitale della banca partecipata. Insomma, una norma congegnata ad hoc per colpire le fondazioni Mps, Carifirenze e Carige. Un emendamento destinato con ogni probabilità a rientrare dopo lo stop arrivato da Forza Italia, con il consenso tacito dell?opposizione.

E che dire poi proprio della legge sul risparmio che da tre anni non si riesce in nessun modo a portare a casa?

«I politici hanno commesso un grave errore in merito a questo provvedimento», ha tuonato Roberto Mazzotta, presidente della Banca Popolare di Milano, «a parte il ritardo inspiegabile con cui procede, si fa per dire, l?iter parlamentare, esso ha il forte limite di non contemperare affatto il riordino del sistema delle autorità. Questa legge non ci servirà se si occuperà di come devono essere composti i collegi sindacali ma non affronterà questioni ben più urgenti come, appunto, il riordino del sistema di autorità oggi troppo disarticolate».

L?arbitro-giocatore
E quanto ci sia bisogno di agire su questo fronte l?ha efficacemente sottolineato il senatore dei Ds, Stefano Passigli affrontando il ?caso Fazio?: «Oggi tutti si stupiscono del fatto che il governatore di Bankitalia non svolga più il ruolo di arbitro ma quello di giocatore. Ma sono già molti anni che questo non accade, altrimenti come spiegare il no di Fazio alla fusione Mps-Bnl, il no alla fusione SanPaolo-Capitalia o a quella Credit-Comit? Dov?erano allora gran parte di quelli che oggi acclamano a gran voce le dimissioni di Fazio?»

Già dov?erano? Domanda ingenua?.

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