Formazione

Gela, non sparate su Crocetta

Comunista, gay dichiarato, parla l'arabo e non si dà mai per vinto. Chi è il sindaco siciliano che difende gli immigrati

di Sara De Carli

Le prese di posizione politiche, a Gela, si fanno al cimitero. Prima distribuendo i lumini per il 2 novembre a spese del Comune, e privando la mafia di un tradizionale business, ora annunciando il cimitero musulmano. Il protagonista di scelte tanto insolite è Rosario Crocetta, 54 anni, sindaco di Gela dal marzo 2003. Di fronte alle undici persone morte durante lo sbarco nella notte tra il 10 e l?11 settembre scorsi, Crocetta non ha avuto esitazioni: «La prima preoccupazione dei superstiti era dare sepoltura ai morti», spiega. «Io penso che il modo migliore per difendere i nostri valori non passi attraverso l?ostilità, ma attraverso l?accoglienza dei vivi e il rispetto dei morti. Io le ho viste le undici vittime, e vederle cambia la prospettiva. Ce n?era uno con la maglietta gialla alzata sul petto, per non bagnarla: non ha tenuto conto del fatto che la secca era tale per la nave, ma non per lui che non sapeva nuotare. Ho promesso loro che una parte del cimitero di Gela sarà dichiarata musulmana. Uno mi ha risposto ?Al hamdu lillah?, cioè ?sia lode a Dio?». Già, perché Crocetta parla arabo. E la prima cosa che ha fatto, sulla spiaggia di Desusino, la mattina successiva allo sbarco, è stata «pregare in arabo per gli extracomunitari morti e recitare in segno di rispetto la prima Sura del Corano». Esperto di informatica e poeta, esponente del partito comunista e gay dichiarato, alle nove di sera Crocetta è ancora in Comune, per cercare di sistemare una donna che ha uno sfratto esecutivo fissato per il giorno dopo. Figlio di un operaio, tre fratelli, Crocetta ricorda che a casa sua c?era sempre un piatto in più per l?ospite bisognoso. Forse è questa capacità di tenere insieme concretezza e utopia imparata dal padre a far sì che nel giro di due anni sia riuscito a fare accettare ai suoi concittadini scelte di rottura. Quando ha imposto il turn over dei funzionari addetti agli appalti e ha chiesto ai carabinieri di presenziare alle gare, la mafia ha assoldato un killer lituano per far fuori il «comunista finocchio». Piano sventato. Non è facile gestire lo sbarco di 144 clandestini in un posto come Gela, che di problemi abbonda di suo, ma Crocetta ce l?ha fatta. I giorni successivi alla tragedia della carretta del mare, arenatasi a trenta metri dalla spiaggia di Desusino, sono stati una gara spontanea di solidarietà, di cui il sindaco ha tenuto la regia. «Sono orgoglioso dei miei concittadini: hanno dimostrato che l?ideologia dello straniero non appartiene a questa terra. Sessantasei persone, tutte di nazionalità eritrea, sono state accompagnate al centro di accoglienza di Pian del Lago, a Caltanissetta. Noi abbiamo ospitato le altre qui a Gela, in una scuola: ho visto parecchi adolescenti portare i loro jeans appena comprati ai coetanei stranieri». Martedì 13 la scuola di Gela è stata evacuata e i superstiti si sono aggiunti al gruppo di Pian del Lago. Inizia la fase post emergenza: «Con don Ciotti scriveremo una lettera al ministro Pisanu, per sostenere la richiesta d?asilo che gran parte di queste persone ha già inoltrato. Il Comune di Gela è disponibile anche ad avviare dei progetti per dei lavori socialmente utili in cui impiegare questi ragazzi: non è detto che l?ospitalità debba essere un costo sociale. Non ne farei una questione politica, si tratta di asilo umanitario. Queste persone non meritano di vivere una seconda tragedia: altrimenti cadremmo nel paradosso che gli scafisti, in Italia, avrebbero un trattamento privilegiato rispetto alle vittime, rispedite in Paesi poco rispettosi dei diritti umani». Un?operatrice del Consiglio italiano per i rifugiati ha subito incontrato i superstiti di questa ennesima tragedia. Maria Giovanna Fidone, responsabile del Cir per la Sicilia spiega: «Sono in maggioranza eritrei, e poiché le fonti internazionali denunciano il non rispetto dei diritti umani in questo Paese, per loro non ci saranno ostacoli all?ammissione alla procedura d?asilo. Per gli altri (alcuni etiopi e qualche sedicente palestinese) la Questura di Caltanissetta vaglierà i singoli casi». Il rapporto annuale del ministero dell?Interno riferisce che nel 2004 sulle coste italiane sono sbarcati 13.635 clandestini, quasi tutti in Sicilia, mentre nei primi sei mesi del 2005 ne sono arrivati 7.543. Secondo i calcoli del Cir, nel solo mese di agosto se ne sarebbero aggiunti 1.600. Il prossimo 19 ottobre entrerà in vigore il decreto 140/2005 per l?attuazione della direttiva europea sull?accoglienza dei richiedenti asilo: tra le novità, la possibilità di lavorare se dopo sei mesi dalla richiesta di asilo non si è ancora ricevuta risposta e, dal 2006, 17 milioni in più al fondo per l?accoglienza.


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