Cultura

Orvieto. Prodi parla alle Acli. Applausi e qualche delusione

Il leader dell'Unione parla di molte cose (ma non di vita...) e se ne va. Meno male che, poi, arriva il segretario della Cisl Pezzotta. Che chiude la due giorni aclista con Bobba

di Ettore Colombo

Orvieto – nostro servizio.

Era molto atteso, l’intervento del leader dell’Unione Romano Prodi al convegno delle Acli che si è concluso oggi a Orvieto. E gli applausi aclisti arrivano fitti, con molti delegati che si mettono persino in piedi, per salutarlo… Dopo un pranzo riservato con la dirigenza delle Acli (il presidente Bobba in testa), quella dei Focolarini (Fronza Crepax) e alcuni parlamentari della Margherita locale (Gambale, Grillo) ma anche esponenti dei Ds (la presidente dell’Umbria Lonrenzetti e il coordinatore dei Cristiano Sociali Lucà), il presidente dell’Unione interviene -introdotto dal giornalista Gianni Riotta – a tutto campo ma un po’ delude. Boccia l’8 x mille sul volontariato lanciato da Tremonti, rilancia l’idea del servizio civile obbligatorio, chiede il ritiro delle truppe dall’Iraq, poi però si lancia nella sua solita filippica sulla Cina, la scuola, la ricerca, l’università e le nuove fonti di energia (dove propone i pannelli solari…). E sulla vita, tema cruciale dell’appuntamento aclista? Nemmeno una parola. Meno male che – dopo che il candidato premier (per ora solo dell’Unione) vola via in elicottero per raggiungere la festa della Margherita a Pto S. Stefano, dove l’attende un delicato faccia a faccia con Francesco Rutelli, a Orvieto -interviene il segretario della Cisl Savino Pezzotta. Che parla di Chiesa, impegno politico e sociale dei cristiani, Reti in opera, economia. E vita. Poi chiude il presidente delle Acli Luigi Bobba e lancia un “patto per la vita”. Lo offre alla società e alla politica italiana. Lo chiederà in prima persona, forse anche presto. Impegnandosi in politica direttamente, si dice.

Ma riportiamo ora alcuni passaggi salienti dell’intervento di Romano Prodi.

8xmille e servizio civile. E’ una risposta esplicitamente “polemica” quella di Romano Prodi alla proposta rilanciata ieri dal vicepremier Giulio Tremonti: “Si indebolisce lo stato sociale e poi si propone di dare l’8 per mille al volontariato e alle Ong. Non si supplisce così, con misure intermedie. I problemi – dice il Professore – vanno affrontati nella loro completezza”. Prodi promette di “battersi su due punti fondamentali” nell’ambito del Welfare: “Le politiche per i giovani e contro la precarietà, che è diventata un modo di vita con un involuzione pericolosissima del mondo del lavoro: la precarietà è così avanzata da impedire la mobilità. Urge salvare una generazione”. E le politiche per la famiglia dalle quali “un eventuale governo non può non partire”. C’è poi, dice, “una decisione che non ho preso e che non so se prenderò perché non so come reagirebbe il Paese: mi chiedo se è possibile introdurre un Servizio obbligatorio allo Stato al posto della ormai abolita leva militare”. Non è una proposta, sottolinea Prodi, ma uno spunto di riflessione: “Ne ho parlato giorni fa con un prete impegnato nel sociale e mi ha detto ‘è un fantastico modo di perdere le elezioni’. Ma io le elezioni non le voglio perdere”.

Legge 30. “Urge salvare una generazione”. E’ l’allarme che il leader in pectore dell’Unione Romano Prodi ha lanciato all’indirizzo dei giovani che si affacciano in un nuovo mercato del lavoro dove “la precarieta’ e’ un elemento dominante, e’ cosi’ avanzata che impedisce alla mobilita’ di diventare un sistema”. Per questo il Professore, parlando al convegno dell’Acli, si e’ detto convinto che occorre intervenire sugli effetti negativi della legge 30.

Politica estera. ”Ritengo che l’Italia abbia un grande ruolo in politica estera solo in quanto si esprime in Europa. Ed e’ esattamente qui che vedo la mancanza del governo”. Lo afferma il leader dell’Unione Romano Prodi al convengo delle Acli sulla biopolitica. Secondo Prodi, l’Italia in questa fase ha una ‘mission’ per la sua politica estera: ”La nostra specializzazione deve essere il Mediterraneo, che e’ la porta dell’Asia. Per questo e’ sempre piu’ necessaria una Banca del Mediterraneo. Finora non e’ stata possibile, ma – conclude – e’ una bandiera che va ripresa”.

Iraq. Prodi e’ tornato a ribadire che, se andra’ al governo, tra gli atti che compira’ sara’ quello di un calendario di un ritiro graduale delle nostre truppe dall’Iraq. Un tema questo, ha detto, sul quale ”non demordo”. Un ritiro ”immediato” ma con una cadenza ”chiara e precisa – ha spiegato Prodi – e vedrete che avremo con noi anche gli Usa”. Secondo il candidato premier, infatti, dopo i fatti di New Orleans, con il mancato soccorso per i tanti uomini impegnati nella guerra in Iraq e il costo sbalorditivo delle spese militari si giungera’ ad un ”dibattito popolare intensissimo. Ribadisco la mia idea di un ritiro – ha concluso Prodi – nei tempi piu’ rapidi possibili ma anche realistici”.

Elezioni. L’Unione si appresta ad andare alla tornata elettorale politica del prossimo anno in condizioni “migliori delle altre elezioni”, quelle del ’96, quando l’Ulivo riporto’ la vittoria. Cosi’ Romano Prodi commenta il sondaggio realizzato dall’istituto di ricerca delle Acli. Il Professore non sembra preoccupato dal fatto che vi siano circa il 40% di indecisi: “Va bene cosi’, manca quasi un anno alle elezioni… cosi’ avremo tanta gente da convertire”.

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