Volontariato

Formigoni: “Smarcarsi da Berlusconi senza fare fallo”

Il governatore della Lombardia comincia a muoversi. Forse oltre il Polo, di certo oltre Berlusconi. Un articolo del quotidiano La Stampa

di Redazione

Riportiamo un interessante articolo pubblicato oggi sul quotidiano LA STAMPA: “Sul tetto del Pirellone sta per inaugurare l’eliporto, come fosse un Berlusconi. La scrivania dell’ufficio, anche questa nuova, e’ di chi pensa davvero in grande: come l’ufficio, 110 metri quadri con vista sulla citta’. L’arredamento, dicono, e’ in stile giapponese, essenziale e quasi freddo. Non mancano, per la serie politici&vanita’, le foto con i Potenti che ha incontrato, che lo chiamano al telefono, che lo invitano, che lo corteggiano, e magari lo temono o peggio lo detestano E qui gia’ si comincia a capire. Tra tante foto illustri quella che manca, il vuoto, l’assente, e’ proprio lui, il Premier Silvio Berlusconi. Non puo’ essere una distrazione. Per uno come Roberto Formigoni, attento ad ogni passo, mediatore con se stesso, un poco parroco e un poco boy scout, quell’assenza e’ gia’ una traccia. ‘Ma no – dice Maurizio Lupi, il parlamentare che gli e’ amico, il compagno di corsette antipancetta la domenica mattina – con Berlusconi c’e’ un rapporto rinato’. Sara’ vero, ma l’altra sera, quando ad Arcore era fissato l’appuntamento per risolvere la grana con l’assessore leghista Alessandro Ce’, il governatore della Lombardia non si e’ presentato. Aveva la giustificazione, ‘impegni precedenti’, ma non ha convinto. ‘La verita’ – dice Roberto Maroni, il ministro leghista del Welfare – e’ che Formigoni sta giocando una sua partita. Dopo un’agosto in vetrina ora cerca di innescare l’incidente con la Lega per accreditarsi sia con una parte di Forza Italia che con vecchi e nuovi democristiani’. Formigoni, il governatore che sa dire di no a Bossi. Formigoni, il governatore che potrebbe sfidare Berlusconi, o almeno non lasciarsi intimidire dalla solida alleanza tra il Cavaliere e la Lega. Secondo Maroni la partita sarebbe questa. ‘A Formigoni la Lombardia sta stretta, ha le sue ambizioni, ma i tempi non dipendono da lui’. Il governatore in questi giorni preferisce sfumare. Deve uscire, possibilmente vincitore, dall’ultimo scontro con la Lega. Ha da preparare la sua prossima uscita, un dibattito a fine mese con il presidente del Senato Marcello Pera, a Norcia, come tema l’Europa. E sta aspettando di vedere se il suo duetto con Francesco Rutelli al Meeting di Rimini portera’ qualche novita’. ‘Li’ – spiega Lupi – ha voluto scegliere l’interlocutore piu’ moderato del centrosinistra per riproporre il suo progetto di politica riformista, l’allargamento della Casa delle Liberta”. O, per altri osservatori, l’allargamento del Grande Centro. I suoi collaboratori lo chiamano ‘il Celeste’. Colore simile all’azzurro berlusconiano, ma diverso, con piu’ sfumature. Proprio come Formigoni, che dal Cavaliere avrebbe una gran voglia di smarcarsi, ma non puo’ ed e’ condannato all’attesa. Da piu’ di dieci anni e’ governatore della Lombardia, ma si sente sprecato. Ha spalle solide, una robusta base elettorale che gli viene da Comunione e Liberazione, una potentissima forza economica assicurata dalla Compagnia delle Opere. Ma e’ colpito dalla maledizione dell’elastico. Ogni volta che sembra pronto al grande salto torna indietro, al suo Pirellone. Maurizio Lupi e’ pronto a spiegare che non e’ cosi’. ‘Rimanere dov’e’, a governare la Lombardia, puo’ essere una posizione privilegiata. Dalle ultime elezioni regionali Roberto e’ considerato una risorsa da utilizzare nel Paese’. Il ministro Rocco Buttiglione e’ stato il primo a parlare di Formigoni come possibile candidato premier, in alternativa a Berlusconi. ‘Ma la scommessa di questi tempi – dice Lupi – e’ quella di trasferire la sua politica riformista dalla Lombardia al campo nazionale. Non esiste la possibilita’ di un terzo Polo o del Grande Centro. Esiste solo quella di un bipolarismo mite’. L’infaticabile Formigoni che si sveglia alle 7,15 e non va mai a letto prima di mezzanotte, quando non sta sul palcoscenico della politica lavora in platea. A Rimini aveva riunito 350 parlamentari, consiglieri regionali, sindaci, assessori e anche ministri. Nella sua Lombardia sta battendo le province, ha nuovi contatti in Emilia Romagna, Sardegna e Sicilia, ha buoni rapporti con ex democristiani ed ex Pci, ha avviato il dialogo con le Acli. Come dice uno dei suoi collaboratori, ‘continua nella sua politica trasversale, nella sua rete che ha maglie larghe da Forza Italia a chi era a sinistra e non lo e’ piu”. L’esempio e’ quello della Regione Lombardia, delle ultime elezioni con la battaglia per la ‘Lista del governatore’ aperta al riformismo lombardo, personaggi come gli ex sindaci di Milano Carlo Tognoli e Piero Borghini, sostenuta dal primo presidente della Regione Piero Bassetti. Anche in quell’occasione non era sfuggito il tentativo di smarcarsi dal Cavaliere, ma quella battaglia si era conclusa con la ritirata strategica di Formigoni, niente lista, solo Borghini assessore e l’ex rettore del Politecnico Adriano De Majo sottosegretario alla Presidenza, un sofferto obbedisco all’ordine di Berlusconi. L’ambizione puo’ essere sconfinata, la voglia pure, ma il governatore ancora una volta deve aspettare tempi migliori. ‘Mi da’ l’idea di essersi intrappolato – dice Mino Martinazzoli, l’ultimo segretario Dc gia’ capo dell’opposizione a Formigoni in Regione Lombardia -. Vede il crepuscolo del berlusconismo, si sta preparando al dopo e non puo’ muoversi dal Pirellone. Candidarsi alle politiche? Dovrebbe prima cambiare lo Statuto della Lombardia, ma l’operativita’ della Regione e’ pari a zero e da quando e’ stato rieletto non e’ cambiato niente’. Aspettare, dunque. ‘Pero’ da una posizione privilegiata’, aggiunge Lupi. Smarcarsi senza rompere con Berlusconi, bel problema”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA