Cultura

Sana 2005: sempre più scuole arredano “bio”

Sono molti gli istituti, soprattutto asili e materne, che hanno gia' optato per gli arredi bio-ecologici, rispettosi della natura, dell'ambiente e degli alunni. Il punto sabato in un convegno alla F

di Gabriella Meroni

Il biologico fa scuola, al salone Sana 2005 a Bologna, con un occhio di riguardo per i piu’ piccoli, i bambini di asili nido, scuole materne ed elementari. Sedie, banchi, cattedre, librerie e scaffali, ma anche giocattoli, futon, cuscini e perfino scale, prodotti con legname ricavato nel rispetto delle foreste e dell’ambiente e trattato con vernici e impregnanti non tossici, riducendo al minimo l’ utilizzo di colle e componenti metallici, secondo design ergonomici, con angoli smussati, e colori delicati che piacciono ai piccoli. Sono molte le scuole, soprattutto asili e materne, che hanno gia’ optato per gli arredi bio-ecologici, rispettosi della natura, dell’ambiente e degli alunni, ed entro la fine del 2005 ci saranno anche le prime aziende italiane certificate del settore, mobilifici che produrranno arredi scolastici le cui caratteristiche bioecologiche saranno garantite da un organismo indipendente di controllo. L’organismo e’ Icea, il principale ente di certificazione del Biologico in Italia, e l’unico a rilasciare sulla base dei criteri definiti da Anab (Associazione nazionale architettura bioecologica), una certificazione bio-ecologica per mobili e complementi d’arredo. Le aziende, per le quali l’iter di certificazione e’ gia’ in corso, sono per ora tre: il Mobilificio Deflorian, di Tesero, in val di Fiemme (Trento); il Mobilificio Fattorini-Falegnameria Ecologica di Barberino Val d’Elsa (Firenze) e Gonzagarredi, di Gonzaga (Mantova). Intanto a fare il punto sulla situazione, su quanto gia’ e’ stato fatto, sui materiali usati, i criteri di certificazione, il ruolo della pubblica amministrazione, ci pensa un convegno in programma sabato mattina nell’ambito di Sana, il Salone internazionale del Naturale in corso a Bologna. Sono gia’ un centinaio le scuole che hanno fruito degli arredi bioprodotti e in molti casi progettati ad hoc dalle tre aziende pioniere del settore. Ce ne sono 30, tra asili e materne, nel comune di Roma, cui si aggiunge anche il primo caso di nido di una Coop aperto a tutta la cittadinanza, che attualmente ospita 56 bimbi ed e’ gestito con fondi del Comune. A queste si sommano una scuola materna a Poggibonsi (Siena) e la ludoteca di Cavriago (Reggio Emilia), aperta a bambini da 0 a 12 anni. Nella provincia di Prato sono 17 (due gia’ completati) gli asili nido in allestimento con arredi ecologici presso altrettanti circoli Arci e sono 40 le scuole private, meta’ delle quali gestite da cooperative, che in varie localita’ italiane hanno fatto la stessa scelta. Altre due scuole in provincia di Trento: il polo per l’infanzia e la scuola elementare di Carano, in Val di Fiemme, fornita di banchi, armadi, bacheche, cattedre, librerie e scaffali, tavoli riunioni e perfino appendiabiti ecologici; e l’asilo nido e la scuola materna di Romeno, in Val di Non, che si e’ dotata di tre particolari complessi di scale in legno, progettate su misura nel rispetto dei criteri dell’arredo bioecologico, per facilitare e stimolare anche le occasioni di gioco dei bambini. Si aggiungono alla lista gli asili nido e le scuole materne di Monfalcone (Gorizia), Pergine Valsugana (Trento), Este (Padova) e Cardano al Campo (Varese). ”L’aria che respiriamo nelle case, negli uffici, nelle scuole, dove trascorriamo il 90% del tempo – spiega Paolo Foglia, responsabile ricerca e sviluppo di Icea – e’ spesso piu’ inquinata di quella esterna. E anche i mobili fanno la loro parte nel rendere gli ambienti insalubri. Ci sono ad esempio inquinanti come la formaldeide, presente nei compensati e in alcuni tipi di isolanti, il monossido e biossido di carbonio, il gas radon, il benzene e alcuni composti organici provenienti da imbottiture e da vernici che a temperatura ambiente diventano volatili. La certificazione bioecologica per l’arredo sara’ una garanzia per tutti i consumatori, i cittadini, i genitori e le pubbliche amministrazioni interessate al benessere complessivo dei piu’ piccoli. Alla pubblica amministrazione chiediamo di essere piu’ sensibile e attenta a questi problemi, anche ispirandosi ad alcuni casi di buone pratiche gia’ avviate”. Un’esperienza interessante, a questo riguardo, e’ il progetto ‘Gppnet, la rete degli acquisiti pubblici verdi’ promosso dalla Provincia di Cremona e finanziato dall’Unione europea. Il Gpp (Green public procurement) serve a rendere ‘verdi’ gli acquisti pubblici, e quindi anche quelli per gli arredi scolastici, adottando criteri ambientali nelle procedure d’acquisto degli enti locali e della Pubblica amministrazione. ”Occorre – dice Foglia – che i capitolati per i bandi delle forniture di arredi scolastici tengano conto anche di fattori di salubrita’, riduzione dell’impatto ambientale e sicurezza per i bambini, che oggi il mercato del mobile e’ in grado di offrire. Talvolta si arriva invece all’assurdo che per superficialita’ alcune condizioni rischiano di penalizzare le esperienze produttive piu’ avanzate e innovative”.


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