Formazione

Senza protezione

New Orleans. Dalla Protezione civile italiana un pesantissimo j'accuse agli Usa

di Paolo Manzo

Agostino Miozzo, negli Usa per portare gli aiuti italiani, non ha dubbi: gli americani hanno sbagliato tutto. «Primo, hanno trascurato la Protezione civile per investire solo nell?antiterrorismo. E poi non sanno fare prevenzione. Invece, nella bistrattata Italia…» L?intero apparato si sta mettendo in moto adesso. La Superpotenza si sta svegliando a una settimana dalla tragedia. E faticosamente organizzando». Agostino Miozzo, responsabile internazionale del dipartimento della Protezione Civile, è un fiume in piena, vulcanico come sua abitudine, nonostante Vita lo abbia raggiunto telefonicamente a Washington alle 5 del mattino. Obiettivo del viaggio, portare nelle zone devastate da Katrina «tende, coperte, brandine e pompe idrovore che potranno soddisfare le esigenze sanitarie di 15mila persone, soprattutto bambini», spiega Miozzo, «e vedere di cosa ci sia più bisogno per un?emergenza che durerà ancora molto. Di questo ho parlato con la nostra ambasciata nella capitale e stiamo facendo un ottimo lavoro di squadra». Vita: Quali sono i problemi maggiori che devono affrontare negli Usa? Agostino Miozzo: Ci sono difficoltà sia di carattere tecnico, come la ricostruzione di argini e dighe, sia di logistica. Come spostare centinaia di migliaia di persone negli Stati limitrofi, con scelte difficili. Vita: Anche perché molti dal Superdome di New Orleans sono finiti nel Superdome di Houston? Miozzo: E dovranno quindi essere spostati di nuovo. Perché migliaia di persone non possono restare chiuse in un campo di football per settimane o mesi. Vita: Se dopo otto giorni i soccorsi sono ancora in quelle condizioni, e tra l?altro non era uno tsunami imprevisto, viene da dire che rispetto alla ?minuspotenza? Italia, almeno a livello di protezione civile proprio non c?è partita? Miozzo: Il punto è che la tanto bistrattata Italia ha un? organizzazione che qui non c?è. Adesso negli Usa stanno dolorosamente capendo che l?11 settembre li ha costretti a un riadattamento del loro assetto di protezione civile che funziona male? Vita:Nello specifico? Miozzo: Dopo l?11 settembre tutte le agenzie sono confluite sotto il cappello dell?Homeland Security, la struttura di sicurezza nazionale votata alla difesa dal terrorismo. Compresa la Fema. In un certo senso hanno fatto una scelta opposta a quella italiana, orientando politicamente la loro azione sulla sicurezza e questo, in qualche modo, ha? Vita: ?indebolito la protezione civile americana? Miozzo: Fortemente indebolito. Tant?è vero che qui la protezione civile si è organizzata a livello dei singoli Stati, che hanno la delega a realizzare, costituire e organizzare. Negli Stati Uniti non c?è un dipartimento della protezione civile che dipende direttamente dalla Presidenza, come in Italia, né esiste un comandante che, delegato dal capo supremo, prende decisioni dolorose. Certo, è facile adesso dire «avrebbero dovuto evacuare un milione di persone». Però, ahimé, è ciò che dovevano fare. Vita: Anche perché negli Usa la protezione civile può consigliare, ma non obbligare a un?evacuazione. Un?altra differenza rispetto al nostro Paese? Miozzo: Il paradosso è che qui la tecnologia previsionale è superba, avanzatissima, ma manca la prevenzione operativa, mancando la capacità di dare ordini. Faccio un esempio, il Vesuvio. In Italia, se accadesse una Pompei due, Bertolaso si troverebbe nella condizione di ordinare, non consigliare, l?evacuazione di 700mila persone. Vita: In quanto tempo sareste in grado di evacuare, nel caso, l?area circostante il Vesuvio? Miozzo:Dai due ai quattro giorni. Certo, puoi sbagliare perché se dopo, mentre tu fai tutta questa operazione, il vulcano si calma hai fatto la figura di chi ha procurato un allarme, cade la tua testa, però è meglio che avere 30mila o 100mila morti. Inoltre, se si dovesse evacuare in quattro giorni l?area del Vesuvio, noi non andremmo a dire alle famiglie che vivono lì «scusi signora, io le suggerirei?». Diremmo: «Amici, fuori. Non si discute». Poi se sbagli paghi, ma se non sbagli hai fatto la scelta giusta, hai salvato migliaia di persone e hai avuto la capacità di gestire in modo ordinato i soccorsi. Questo, purtroppo, a New Orleans non è accaduto. Vita: E ora? Miozzo: Si sta già profilando il postemergenza. Vita: In che senso? Miozzo: La ricostruzione di New Orleans sarà un business devastante e, probabilmente, si stanno già profilando le fauci fameliche dei ricostruttori. Vita: Per la prima volta l?Europa aiuta gli Usa. Come va il coordinamento? Miozzo: Poteva essere un?occasione storica per rafforzare il sistema della protezione civile a livello dell?Unione europea, e invece l?abbiamo persa. Da parte mia ho alcune perplessità sul coordinamento, che riporterò a Bruxelles a tempo debito.


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