Cultura

Coldiretti: il territorio parla sempre più globale

L'agricoltura italiana punta alla modernizzazione, diversificando. Il biologico è una di queste voci. Parla Franco Pasquali, direttore generale di Coldiretti

di Giuseppe Frangi

Non una ma 100 agricolture. Lo slogan di Franco Pasquali, direttore generale di Coldiretti, va diritto al cuore della sfida. L?agricoltura italiana punta alla modernizzazione, diversificando. Il biologico è una di queste voci. Niente crisi dunque? «Parlerei piuttosto di assestamento. D?altra parte il biologico per decollare veramente avrebbe bisogno di regole più chiare che permettano maggiore trasparenza nel rapporto con i consumatori». E cioè? «Ci vuole più leggibilità. Etichettature chiare, certificazioni corrette. Per dare tranquillità a chi scegliendo questi prodotti, accetta di spendere di più». A proposito di bio, Coldiretti è in prima linea sul lancio del biodiesel? «è una grandissima opportunità. Due cifre possono dare l?idea di cosa potremmo produrre: destinando alle biomasse 800/900mila ettari saremmo in grado di coprire il 6,5% del fabbisogno energetico oggi coperto dal petrolio. Con un vantaggio anche indiretto ma decisivo sull?ambiente: che producendo biodiesel risparmierebbe alle nostre città l?assedio delle polveri sottili. Abbiamo calcolato che con l?adozione del biodiesel si arriverebbe ad una riduzione del 50%». E che cosa si aspetta a mettere in pratica questo progetto? «La condizione necessaria è una defiscalizzazione che faccia diventare conveniente destinare quella fetta importante dei terreni agricoli alle biomasse. Quegli 800mila ettari rappresentano un sesto della superficie coltivata. Certo che se il petrolio continua a salire a questi ritmi, tra un po? diventerà conveniente anche con una minima agevolazione fiscale. Sempre in materia di energia non dimentichiamo che alcune aziende agricole producono già il biogas grazie a trattamenti ultramoderni delle letamaie. Comunque, nonostante l?alta qualità della nostra agricoltura, su questo siamo in ritardo». Perché? Gli altri Paesi come si stanno muovendo? «Il nostro piano è molto al di sotto di quelli fissati dall?Unione europea che prevede per il 2005 di raggiungere il 2% dei consumi totali di benzina per poi portare i biocarburanti al 5,75% entro il 2010. E? solo così che si può onorare il protocollo di Kyoto». Insomma un?agricoltura sempre più globale? «Sì. Anche se la forza della nostra agricolutura è il legame con il territorio. Più siamo legati all?origine, più saremo in grado di sfidare i mercati globali».


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