Welfare

Myanmar: rapporto Amnesty, in decine migliaia ai lavori forzati

Le principali denunce del rapport: ampio ricorso ai lavori forzati di uomini, donne e bambini; sfratti, confische di terre e distruzioni di case su scala massiccia.

di Redazione

?Mi hanno buttato giu? dal trattore. Sono caduto a terra, con un braccio disteso. Un soldato ci e? saltato sopra e me l?ha fratturato. Mi hanno lasciato li? dov?ero?? Questa di un contadino di etnia shan della citta? di Laikha, costretto a lavorare per l?esercito e picchiato quando il suo trattore si e? rotto, e? una delle numerose testimonianze contenute in un nuovo rapporto di Amnesty International su Myanmar. Secondo l?organizzazione per i diritti umani, la giunta militare sta sottoponendo decine di migliaia di appartenenti alle minoranze etniche ai lavori forzati, alle percosse, alla confisca dei loro terreni e alla distruzione delle loro case. Basato su interviste con oltre un centinaio di migranti birmani in Thailandia, il rapporto di Amnesty International rivela un crescente sistema di violazioni dei diritti umani che contribuisce all?inadeguata alimentazione di almeno una persona su sei e alla malnutrizione cronica di un terzo dei bambini del paese (dati delle Nazioni Unite). Il rapporto denuncia come la giunta militare di Myanmar stia sfruttando le minoranze etniche del paese confiscando i loro terreni, rubando i capi di bestiame e i raccolti, estorcendo denaro e costringendo la popolazione, donne e bambini compresi, ai lavori forzati, con l?obiettivo apparente di fiaccare il presunto sostegno ai gruppi armati legati alle minoranze etniche. La situazione e? peggiorata da quando le autorita? hanno emesso una direttiva per cui l?esercito deve provvedere in modo autonomo al suo sostentamento. ?Nell?ultimo decennio, a seguito della diffusa negazione dei diritti politici ed economici, centinaia di migliaia di lavoratori di Myanmar sono stati costretti a emigrare nei paesi vicini. Il lavoro forzato, gli sfratti di massa, le confische di cibo e terreni da parte dell?esercito costituiscono una flagrante violazione dei diritti umani e delle stesse leggi nazionali? ? ha dichiarato Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. Le principali denunce del rapporto sono le seguenti: – l?ampio ricorso ai lavori forzati di uomini, donne e bambini, impiegati come facchini e contadini o nel settore delle costruzioni, in violazione della Convenzione n. 29 dell?Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) cui Myanmar ha aderito nel 1955; – sfratti, confische di terre e distruzioni di case su scala massiccia e senza risarcimento; – percosse e uccisioni di civili costretti a portare riso o altri alimenti ai soldati, se non riescono a tenere i ritmi di lavoro; – una routine di umiliazioni, abusi e detenzioni arbitrarie da parte dei militari; – l?altrettanto regolare furto di raccolti, capi di bestiame, beni privati e denaro, che lascia migliaia di persone senza cibo o riparo adeguato; – le limitazioni imposte dal governo all?Onu e ad altre agenzie, che non possono accedere alle zone rurali e soprattutto alle regioni di confine abitate dalle minoranze etniche, e che dunque vedono minati i loro sforzi di assistere la popolazione. Amnesty International chiede al governo di Myanmar di porre subito fine ai lavori forzati, che violano gli obblighi internazionali del paese e le stesse leggi nazionali. L?organizzazione per i diritti umani chiede inoltre che cessino gli sfratti arbitrari e la requisizione dei beni personali che non tengano conto delle necessita? della popolazione. Il rapporto Myanmar: Leaving Home e? disponibile in lingua inglese all?indirizzo amnesty.org


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA