Washington ha annunciato l’avvio di due inchieste separate su quello che è andato storto nella risposta alla devastazione dell’uragano Katrina, in Louisiana, Mississippi e Alabama. Una inchiesta sarà condotta dal Congresso, in uno sforzo bipartisan che unisce sia la maggioranza repubblicana che l’opposizione democratica.
La seconda inchiesta, voluta dalla Casa Bianca, sarà guidata personalmente dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush. I democratici del Senato intanto si preparano a presentare una richiesta di altri 50 miliardi di dollari (40 miliardi di euro) in aiuti alle aree colpite dall’uragano. Bush ha detto di non volere partecipare al gioco “dello scaricabarile” tra i governi locali e l’amministrazione federale, nella bufera di reciproche accuse sui mancati o inefficaci soccorsi alla popolazione, in particolare a New Orleans. “La burocrazia non si metterà di traverso rallentando gli sforzi in soccorso della popolazione”. Il presidente ha detto di volere chiarire “cosa sia andato bene e cosa invece sia andato male” nella risposta al disastro. “Tutti i livelli di governo hanno fallito” ha osservato in una conferenza stampa al Campidoglio la senatrice repubblicana del Maine Susan Collins. La commissione Affari Governativi convocherà udienze sul disastro sottolineanto che “è difficile immaginare la mancanza di preparazione e l’inefficacia dei primi interventi per un disastro che era stato previsto da anni, e per il quale avvertimenti specifici erano stati lanciati giorni prima che avvenisse”. Personalmente nel mirino, il presidente ha convocato i leader del Congresso alla Casa Bianca per un vertice, il primo da quando è emersa con chiarezza la portata della distruzione lungo la costa del Golfo.
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