Welfare

Doping: tra i dilettanti 1 su 4 ne fa uso

Lo ha affermato oggi al XX congresso nazionale dei medici del calcio il professor Pasquale Maurizio Ricciardi, consulente della Roma

di Redazione

”L’uso di sostanze dopanti anche tra gli atleti non professionisti aumenta in modo preoccupante. Ormai la percentuale dei dilettanti che si dopano oscilla tra il 22 e il 27 per cento del totale. In pratica, uno su quattro”. Lo ha affermato intervenendo oggi a Castiglione della Pescaia al XX congresso nazionale dei medici del calcio (LA.MI.CA. – Libera associazione dei medici italiani del calcio), il professor Pasquale Maurizio Ricciardi, specialista di medicina dello sport, docente all’Universita’ di Tor Vergata e consulente della Roma. ”I professionisti danno un pessimo esempio – ha detto Ricciardi – e i giovani ormai si dopano anche per gare di nessunissima importanza. Quella del doping e’ una cultura che assedia le stesse palestre dove si fa un uso altissimo di sostanza spacciate per miracolose, ma che in realta’ procurano all’organismo danni molto gravi. E’ un errore lasciare al Coni il compito di fare i controlli. La figura del controllore non puo’ coincidere con quella del controllato. L’incarico dovrebbe invece essere affidato a un ente esterno, per esempio alle Asl. E si dovrebbe estendere i controlli ai dilettanti che oggi la fanno completamente franca, mentre li vediamo non di rado finire in ospedale per doping anche a 12-13 anni”. La risposta a questo stato di fatto, ha concluso il professore, si chiama l’Ecologia dello Sport, un termine che intende avere il significato di ‘cultura antidoping non solo in senso etico, ma anche preventivo per il mantenimento del ben-essere: quindi medicina biologica (non tossica), adeguata alimentazione /intolleranze alimentari) e un allenamento mirato (personalizzato) devono essere i cardini principali del comportamento per ottenere valide performance sportive”. Domani alle 11,30 il congresso ha appunto in programma una tavola rotonda sul doping.


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