Welfare
Inail: investimenti per 1,6 mld euro. Anmil critica
Pietro Mercandelli, presidente dell'associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro fa alcune osservazioni
“Comprendiamo le esigenze di finanza pubblica del Governo, ma nel mettere mano al bilancio dell?INAIL il CdA dell?Istituto non può dimenticare che, in Italia, continuano a verificarsi ogni anno oltre 1 milione di infortuni sul lavoro, mentre la spesa per le prestazioni in favore degli infortunati sta progressivamente diminuendo in termini reali”.
Così ha affermato Pietro Mercandelli, Presidente dell’Associazione nazionale e mutilati ed invalidi del lavoro (ANMIL), commentando l’approvazione di oggi del piano di investimenti da 1,6 miliardi di euro dell’Ente ed il contemporaneo incontro tra i ministri Maroni e Siniscalco sulla manovra di finanza pubblica per il prossimo anno.
Secondo Mercandelli: ?Quantunque sia giusto investire proficuamente gli avanzi di gestione dell?INAIL, tuttavia l?INAIL deve tenere conto innanzitutto della necessità di migliorare i servizi agli infortunati sul lavoro, ossia le rendite, l?assistenza e le cure per le invalidità temporanee e permanenti nonché ai superstiti delle vittime e, soprattutto, finanziare il reinserimento al lavoro ed i piani e progetti di sicurezza sui cantieri edili, nei campi agricoli e nelle fabbriche”.
“D’altronde, per ottenere concretamente tali scopi ? dichiara ancora il Presidente dell?ANMIL ? si deve lasciare all?INAIL la possibilità di investire in modo solido e redditizio le proprie risorse, sempre in settori direttamente connessi ai propri scopi d?istituto”.
“La posizione dell?ANMIL che nei mesi scorsi ha avviato un serrato confronto con il Ministro del Lavoro e delle politiche sociali – ha detto Mercandelli – è chiara e ferma: l’utilizzo degli avanzi di bilancio dell’INAIL deve andare anche a beneficio dei lavoratori assicurati, altrimenti non vogliamo sentire parlare, nemmeno per le piccole imprese, di taglio agli oneri sociali impropri, cioè di diminuzione dei contributi a carico dei datori di lavoro. Un simile comportamento, infatti, sarebbe un suicidio perché con meno entrate correnti e con risorse tecniche compromesse da investimenti discutibili, l?INAIL non potrebbe più rispondere adeguatamente alle necessità di milioni di persone che si infortunano sul lavoro né adempiere alla propria funzione di assicurazione sociale.
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