Formazione

Onu: Berlusconi, “Italia in regola per entrare in Consiglio di sicuezza”

Così il premier italiano sulla riforma Onu in vista della prossima riunione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite

di Redazione

L’Italia ha le ”carte i regola” per fare parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, lo ha ribadito nel corso della conferenza stampa (trasmessa da Rainews24) a Soci, sul Mar Nero, con il presidente Vladimir Putin, nel corso della visita informale che sta compiendo in Russia. Anche se il premier russo ha ribadito di essere pronto a confermare il proprio appoggio alla candidatura tedesca, Berlusconi ha fatto capire chiaramente che anche l’Italia ha le credenziali per poterne fare parte e che, soprattutto, la riforma dell’Onu dovra’ essere largamente condivisa dai paesi-membri. ”Conoscevo la posizione del presidente Putin sulla riforma delle Nazioni Unite”, ha premesso Berlusconi, aggiungendo che il sostegno di Mosca poggia sull”’amicizia” e sulla solidita’ dei ”rapporti commerciali che legano la Federazione Russa alla Germania”. Da parte italiana, c’e’ ”l’impegno per l’approvazione della riforma, purche’ questo avvenga con un vasto consenso”. “Riteniamo -ha aggiunto Berlusconi- che questo consenso ampio non ci sia e che non si possa pensare ad una soluzione che scontenti troppi paesi”. L’ingresso di un nuovo paese, come membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ”non deve mettere a disagio e non puo’ suscitare disapprovazione, come avviene ora di almeno tre o quattro paesi per ogni continente”. ‘Credo -ha proseguito il premier italiano- che occorra trovare una formula che superi questo stato di disagio e di insoddisfazione e che si possa arrivare ad una riforma positiva, produttiva, che dia alle Nazioni Unite un ruolo piu’ forte e la possibilita’ quindi di essere davvero un’istituzione forte, capace di intervenire con autorevolezza ed efficacia nella risoluzione dei problemi e delle crisi”. ”Questo -ha precisato Berlusconi- si puo’ ottenere solo se ci sara’ un vasto e generale consenso. Siamo i sesti contributori economici dell’Onu, abbiamo 40mila uomini impegnati nelle operazioni di peacekeeping autorizzate dall’Onu e, quindi, crediamo che sia assolutamente legittimo aspettarsi che l’Italia faccia parte del novero dei paesi che faranno parte del Consiglio di Sicurezza o che, comunque, si proceda a una riforma che non escluda l’Italia. Siamo perfettemante consapevoli di avere le carte in regola”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA