Famiglia
Niger, fame gonfiata?
«Dire che tre milioni di persone sono a rischio è una cosa del tutto fuori dalla realtà». Jean-Pierre Olivier de Sardan, da oltre 40 anni studia la realtà sociale del Paese africano
Potrebbero bastare la doppia nazionalità franco-nigerina e la qualifica di direttore di ricerca presso l?École des Hautes en Sciences Sociales (Ehess). Ma a fare di Jean-Pierre Olivier de Sardan un osservatore unico della crisi alimentare è il numero impressionante di ricerche socio-antropologiche effettuate in Niger da oltre quarant?anni. Olivier de Sardan vive a Niamey, dove per conto del Lasdel (Laboratorio di studio sulle dinamiche sociali e lo sviluppo in Africa occidentale), si avventura con passione cartesiana in tre assi di ricerca che per storica fatalità rischiano di rappresentare i punti cardini della crisi nigerina: la sanità pubblica, i poteri locali e la corruzione. «Tre temi strettamente interconnessi con i problemi dell?agricoltura e dell?ambiente», tiene a precisare. Forte della sua esperienza, non nutri dubbi sul fatto che «questa è una crisi reale, ma con un impatto nettamente inferiore rispetto alle carestie del 1976 e del 1983-84, e incredibilmente gonfiata dai mass media».
Vita: Mi scusi professore, può ripetere?
Jean-Pierre Olivier de Sardan: Lo ribadisco. Dire che 3 milioni di persone stanno rischiando la vita in Niger è qualcosa di totalmente fuori dalla realtà.
Vita: Ma i media si rifanno a cifre fornite dall?Onu. Siamo tutti impazziti?
de Sardan: Non mi esprimo su quanto dichiara l?Onu. So solo che con gli incroci compiuti dai nostri ricercatori nigerini, siamo lontanissimi dalle catastrofi che del 1976 e del 1983. Altri ricercatori dell?Asdel si sono recati nelle aree settentrionali del Paese, quelle tradizionalmente abitate dagli allevatori. Bene, non hanno riscontrato nessun tipo di carestia. Posso invece assicurare che sulle 3,5 milioni di persone che vivono nelle aree colpite dalla siccità, ci sono due milioni di nigerini che traggono profitti in parte dal commercio, dalle migrazioni, dal contrabbando e dalle attività urbane. Quindi persone che difficilmente moriranno.
Vita: Quali le categorie più a rischio?
de Sardan: Gli allevatori e gli agricoltori che non hanno reti sociali su cui appoggiarsi. Molti sono invece coloro che riescono a fuggire dalla fame riversandosi in città oppure fuggendo nei Paesi limitrofi. In realtà, tra coloro che sono davvero a rischio ci sono i bambini, che muoiono di malnutrizione acuta, a sua volta determinata da tutta una serie di fattori strutturali. Ripeto, strutturali, tra cui il regime alimentare. Vuole sapere una cosa?
Vita: Siamo tutt?orecchi?
de Sardan: Bene, uno studio sulla malnutrizione compiuto a Maradi, cioè una delle aree più colpite dalla siccità, ha rivelato che il numero di bambini malnutriti tra le classi agiate era uguale al numero di bambini poveri. Le dirò di più. Un responsabile di Msf mi ha confessato che nonostante i buoni raccolti ottenuti nel 2003, sempre a Maradi si contavano nel 2004 oltre 10mila bambini malnutriti.
Vita: Certo, ma questa è una crisi un po? diversa?
de Sardan: Concordo. Ma i rischi di una crisi acuta erano già stati preannunciati sin dal mese di ottobre dell?anno scorso. Sapevamo che c?era un grosso deficit foraggero. C?è stata poca reazione da parte della comunità internazionale e del governo nigerino.
Vita: Scusi se insisto, ma questa crisi poteva essere contrastata?
de Sardan: Direi di sì. Ma vorrei anche sottolineare che ciò che caratterizza questa carestia è la crisi che si è verificata nell?allevamento. I primi ad aver sofferto la fame sono stati gli animali. Di conseguenza, gli animali sono stati venduti a prezzi stracciati, il che ha spinto gli allevatori a svuotare i loro stock e a vendere tutto. Ora, i problemi si verificano durante il periodo delle piogge che vanno da giugno a settembre. Mi riferisco alla stagione delle semine che precede quella dei raccolti. è una fase difficile in Niger perché i nigerini possono contare soltanto sui loro stock, cioè su quanto è stato raccolto nell?anno precedente.
Vita: Le ong chiedevano una distribuzione gratuita di cereali. Lei è d?accordo?
de Sardan: Distribuire gratuitamente i cereali rischia di sregolare il mercato locale accelerando i fenomeni di corruzione. Il Niger è come tutti gli altri Paesi dell?Africa occidentale, ultracorrotto. E poi le ong non possono fare a meno delle strutture e degli attori statali. E, paradossalmente, incontreranno gli stessi problemi della vendita a prezzi moderati.
Viaggio nella crisi
Annan si mobilita
Il segretario generale dell?Onu, Kofi Annan è tornato venerdì 26 agosto dal Niger, dove ha incontrato il presidente Mamadou Tandja e ha discusso dell?emergenza fame.
Annan ha visitato un ospedale e un centro nutrizionale. Il segretario generale ha riferito che più di due milioni e mezzo di persone, fra cui 32mila bambini, sono senza cibo per la carestia che ha colpito il Paese e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per ulteriori fondi. Critiche all?operato delle Nazioni Unite per la lentezza e l?insufficienza degli aiuti onusiani sono arrivate da Medici senza frontiere.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.