Non profit

Fondazioni: Guzzetti, siamo sempre sul chi vive

Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri a Rimini avverte sui rischi contenuti nel ddl sul risparmio

di Redazione

Le fondazioni di origine bancaria non abbassano la guardia in difesa della loro autonomia e della loro natura privata anche dopo le sentenze della Corte Costituzionale che le hanno, per cosi’ dire, codificate. Lo ha ribadito con forza Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, l’Associazione che riunisce la quasi totalita’ degli enti. ”Dopo la sentenza della Corte bisogna stare comunque sempre attenti e vigili”, ha detto il presidente della Fondazione Cariplo rivolgendosi alla platea di Cl in un convegno organizzato all’interno del Meeting. ”Perche’ ci sono dei rischi”, ha avvertito, senza citare esplicitamente l’emendamento al ddl di riforma del risparmio che pone un limite al 30% nel diritto di voto per le Fondazioni che hanno partecipazioni nelle banche. Una ‘correzione’ contro cui si e’ scagliato uno dei diretti interessati, Giuseppe Mussari, presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, azionista del Mps, rassicurato tuttavia da Luca Volonte’ (Udc), che nel corso dello stesso dibattito ha affermato come l’emendamento, almeno per quanto riguarda la Camera, ”non sara’ certamente approvato”. Volonte’ ha motivato la sua contrarieta’ all’ipotesi del tetto nel diritto di voto con il fatto che, a suo avviso, il provvedimento sarebbe ”sbagliato, perche’ negli ultimi dieci anni maggioranze di diverso colore politico hanno lavorato in direzione opposta per quanto riguarda la sussidiarieta’ orizzontale”, e soprattutto perche’ ”viola il diritto di proprieta”’, aspetto inaccettabile in un ordinamento civile delle grandi democrazie. Rispondendo indirettamente a chi sostiene che le Fondazioni debbano in qualche modo essere considerate pubbliche perche’ gestiscono patrimoni originati dal finanziamento dei risparmiatori, Volonte’ ha ricordato come allora anche altre Fondazioni – e ha citato la Fondazione Agnelli – dovrebbero essere considerate pubbliche, dal momento che sono nate anche grazie ”ai soldi che gli italiani hanno dato alla Fiat acquistando automobili”. Mussari ha invece rilevato come l’emendamento sia stato costruito ”in modo singolare”, perche’ non ha un carattere sanzionatorio per promuovere un comportamento attivo, ma pone soltanto un limite. ”Siamo stati cattivi azionisti? – si e’ chiesto ironicamente Mussari – guardate la redditivita’ del nostro patrimonio. Quindi qual e’ il fine? Quale l’obiettivo? Chi dovrebbe sostituire le Fondazioni” nel ruolo di azionista?, ha continuato. Gli investimenti nelle banche si sono dimostrati ottimi nell’ultimo periodo, ha sottolineato il presidente della fondazione senese, anche perche’ c’e’ stata ”stabilita’ e trasparenza: e chi meglio delle Fondazioni puo’ garantirle?”. Parlando del ruolo svolto dalle Fondazioni anche nel campo del sociale, il presidente Guzzetti ha quindi ripreso in mano il discorso per sottolineare che in un momento di ”difficolta’ economica come quello che stiamo attraversando, in cui mancano i soldi”, il rischio per le Fondazioni e per il mondo del volontariato che da queste puo’ trovare finanziamenti e’ che gli enti finiscano per diventare ”una sorta di para-Stato”: cio’ rappresenterebbe la fine della sussidiarieta’, cosi’ come il limite nell’investimento immobiliare posto alle Fondazioni ha compromesso la loro redditivita’. Pensare, come spesso accade, ad un ‘esproprio’ del patrimonio delle Fondazioni, e’ l’allarme di Guzzetti, significa anche perdere i 1.300 miliardi di erogazioni che ogni anno gli enti di origine bancaria assicurano, attraverso il loro investimento, anche nelle attivita’ bancarie. Anche per questo, ha concluso il presidente dell’Acri, non si puo’ dire che ”la battaglia e’ vinta per sempre: bisogna restare attenti e vigili”.

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