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Sri Lanka in stato emergenza dopo omicidio ministro Esteri

All'indomani dell'assassinio del ministro degli esteri Lakshman Kadirgamar, la capitale dello Sri Lanka appare come una citta' blindata

di Paolo Manzo

All’indomani dell’assassinio del ministro degli esteri Lakshman Kadirgamar, la capitale dello Sri Lanka appare come una citta’ blindata. Nella notte la presidente Chandriga Kumaratunga ha decretato lo stato di emergenza e truppe armate di tutto punto e agenti di polizia setacciano le strade. Agli abitanti e’ stato chiesto di restare chiusi in casa per non ostacolare le perquisizioni casa per casa. Gli agenti fermano le rare auto che circolano per controllare i documenti. Il capo della polizia Chandra Fernando ha fatto sapere che “abbiamo informazioni secondo le quali gli aggressori si sono rifugiati nel settore meridionale della citta’ ed e’ li’ che stiamo concentrando le nostre ricerche”. Radio e Tv hanno sospeso tutti i programmi di intrattenimento per trasmettere solo musica seria mentre l’emittente di stato Rupavahini manda in onda recenti discorsi del ministro, compreso quello tenuto nella sua ultima apparizione pubblica con l’inviato dell’India in Sri Lanka, Nirupama Rao, poche ore prima che fosse ucciso. Secondo le ultime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, il ministro e’ stato colpito alla testa e al petto da due cecchini che si trovavano alla finestra di una stanza da bagno di una casa vicina alla sua residenza privata, nel lussuoso quartiere di Cinnamon Gardens. Portato in ospedale, il ministro e’ deceduto dopo circa un’ora nonostante l’intervento di quattro chirurghi che l’hanno operato in un ultimo disperato tentativo di salvargli al vita. La vedova di Karirgamar, Sughanthi, ha chiesto alla stampa di rispettare la privacy della famiglia, e di non scattare e pubblicare alcuna foto del corpo del marito nella camera ardente allestita nella loro residenza privata. Fonti del governo hanno fatto sapere che e’ stata disposta la chiusura di tutti i negozi che vendono liquori fino al funerale di stato, che si terra’ lunedi’ in Piazza Indipendenza. Ma i grandi magazzini e i mercati di strada sono aperti e affollati come di consueto; le partite di cricket e rugby del sabato sono state giocate come previsto. Gia’ poche ore dopo l’omicidio, la polizia aveva puntato il dito contro le Tigri Tamil, il movimento guerrigliero separatista protagonista di una piu’ che ventennale guerra civile che si sperava conclusa con la tregua stipulata nel 2002 e il processo di pace in corso sotto l’egida della Norvegia. Ma le Tigri questa mattina hanno smentito qualsiasi loro coinvolgimento nell’omicidio di Kadirgamar. Per individuare i responsabili dell’assassinio, affermano i guerriglieri Tamil, il governo deve piuttosto “guardare al proprio interno”. Nel comunicato, diffuso attraverso il sito degli indipendentisti su Internet (www.tamilnet.com), il leader politico delle Tigri, S. P. Thamilselvan esprime “condanna per la frettolosa attribuzione” del delitto al suo movimento da parte del governo. “Sappiamo – scrive Thamilselvan – che Colombo, infestata dai conflitti interni e dalle lotte di potere, deve guardare al proprio interno per trovare i colpevoli dell’assassinio. Sappiano anche – aggiunge – che in seno alla Forze Armate dello Sri Lanka esistono settori i quali operano sulla base di un’agenda segreta per sabotare l’accordo di cessate-il-fuoco” siglato nel 2002. Kadirgamar, anch’egli di etnia Tamil, era uno dei piu’ strenui avversari dei separatisti, che aveva cercato in ogni modo di isolare sul piano internazionale, e si era sempre detto contrario a qualunque concessione; era considerato un traditore dalla guerriglia per essere passato dalla parte del governo centrale, e soprattutto per la sua inflessibilita’. Nel messaggio il capo delle Tigri sollecita quindi le autorita’ a “condurre un’inchiesta completa e approfondita” sull’accaduto, cosi’ da identificare i veri responsabili dell’omicidio, e sottolinea come ormai abbia preso piede la tendenza a imputare alle Tigri ogni atto di violenza che si verifichi nel sud dell’isola: solo ieri vi si sono registrate almeno altre tre uccisioni. Tuttavia le autorita’ cingalesi poco dopo hanno fatto sapere di non accettare la smentita e parlano di “un grave passo indietro” nel dialogo per la pace nell’isola. Il portavoce del governo Nimal Siripala de Silva ha affermato che “Il Ltte (movimento di liberazione delle Tigri per la Patria Tamil) ha negato qualsiasi coinvolgimento, ma ci e’ difficile accettare questo diniego”. Anche un portavoce del ministero della Difesa, Daya Ratnayake, ha dal canto suo ripetuto che i sospetti principali per il letale agguato restano gli insorti Tamil. Finora tuttavia gli inquirenti non hanno ancora fornito indizi concreti a sostegno di tale loro tesi. L’uccisione di Kadirgamar e’ intanto oggetto della condanna unanime di tutte le cancellerie: in nottata era gia’ arrivato il messaggio del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, che si e’ detto sconvolto e addolorato da un crimine “insensato”, invitando il popolo cingalese a continuare l’impegno per il raggiungimento della pace. La Commissione Europea considera “senza senso” l’attacco contro Kadirgamar, e la commissaria per le relazioni estere, Benita Ferrero-Waldner, si e’ detta particolarmente “rattristata” perche’ ritiene che “la chiara intenzione degli assassini e’ riaccendere il conflitto” nel Paese. Dalla Farnesina, il ministro degli esteri italiano Gianfranco Fini ha espresso “la piu’ ferma condanna per il brutale assassinio”, mentre la Russia, in una nota emessa dal ministero degli esteri, condanna il “barbaro attentato terrorista” che e’ costato la vita a “un eminente statista che tanto ha fatto per il rafforzamento dell’integrita’ nazionale dello Sri Lanka”. La Francia ha condannato l’assassinio con “la massima fermezza” e, in un comunicato firmato dal ministro degli esteri Philippe Douste-Blazy, ha affermato di “considerare piu’ necessario che mai il rispetto del cessate-il-fuoco e la continuazione del processo di pace”. Il segretario di stato Usa, Condoleezza Rice non ha avuto esitazioni a descrivere l’accaduto come un atto di terrorismo: “Questo assassinio insensato e’ stato un malvagio atto di terrorismo che gli Stati Uniti condannano con forza. I colpevoli dovranno risponderne alla giustizia”. Il capo della diplomazia britannica Jack Straw ha definito la morte di Kadirgamar come “una grande perdita” per il suo paese e per la comunita’ internazionale. Tra i paesi vicini, l’India spera che l’assassinio non crei instabilita’ nel Paese e il primo ministro thailandese afferma che “lo Sri Lnaka ha perso un eroe nazionale”. Erik Solheim, uno dei principali mediatori norvegesi del processo di pace tra il governo di Colombo e le Tigri Tamil, ha commentato: “E’ del tutto folle. E’ un grande smacco per il processo di pace”.


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