Cultura

Vescovi e cardinali contro le uscite di Pera al Meeting di Rimini

L'Arcivescovo di genova Bertone e il cardinal Martino, presidente di Iustitia e Pax, contro Marcello Pera

di Paul Ricard

”Mi ha stupito un po’ il presidente Pera che tra l’ altro ha detto delle cose giuste su altri problemi e su altri settori”: cosi’, in un’ intervista al Tg regionale della Liguria, l’ arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone commenta l’appello lanciato a Rimini dal presidente del Senato contro il relativismo, contro l’immigrazione incontrollata (con il rischio che ”si diventi tutti meticci”) e per la difesa della tradizione religiosa dell’Occidente. ”Io credo – ha affermato il cardinale Bertone di ritorno da Colonia – che i giovani abbiano preso al volo le consegne di Papa Benedetto, che sono consegne di dialogo interreligioso, di lavoro comune con i membri non solo delle confessioni cristiane ma di tutte le religioni, un senso di fede e di appartenenza con la grande identita’, ma anche l’apertura verso tutte le religioni e gli appartenenti a tutte le altre religioni”.
All’idea di una guerra di religione, di civilta’ ”non ci voglio credere”, perche’ ”nessuna religione vuole la guerra: ogni credo e’ strumento di pace”. Cosi’ anche il cardinale Renato Martino, presidente di Iustitia e Pax risponde, in una conferenza stampa al Meeting di Cl , a chi gli chiede un parere sul discorso pronunciato a Rimini domenica dal presidente del Senato Marcello Pera. Il prelato sostiene di non aver sentito il discorso di Pera, in quanto domenica era con il Papa alla Gmg di Colonia. Tuttavia, rileva, ”so che tutti noi dobbiamo incoraggiare il dialogo caparbiamente”. E Martino, che si e’ soffermato a lungo sul concetto di ”centralita’ della persona”, parla di immigrazione: ”Una persona che viene nel nostro paese a lavorare non vale solo per quanto produce o per quanto lo si paga, ma ha la sua identita’, la sua cultura, la sua religione. So che tutto questo implicherebbe un discorso di reciprocita’, ma non possiamo metterci al livello di quelli che non ti fanno esporre un crocifisso, ti impediscono di girare con una Bibbia o ti incarcerano se ti sorprendono a pregare. Ma noi questo – conclude – non possiamo permettercelo”.

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