Non profit

Down: per favore, basta col pietismo

Caro lettore /Un atteggiamento che è negativo non solo per il down ma per l'intera comunità

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, le scrivo per sottoporre alla sua attenzione una questione che in tutta sincerità non mi lascia dormire la notte. Mi spiego subito: sono genitore di un giovane down. Da anni mi batto per la sua crescita e maturazione relativamente all?impiego delle sue possibilità e capacità per farlo sentire inserito in un ambiente sociale e lavorativo che sappia accoglierlo nella sua dimensione di persona. Ho notato con rammarico che le istituzioni del nostro Paese e anche della Provincia autonoma di Trento non sempre si sono date da fare nel passato e poco si attivano anche nel presente per aiutare le persone ?normali? a capire nel giusto modo i soggetti che presentano una qualche forma di difficoltà e diversità. Solitamente la cultura dominante tende a guardare l?handicap nei suoi vari aspetti con pietismo e rassegnazione aiutando le famiglie colpite con sussidi economici che paradossalmente diventano negativi per il disabile e per le sue possibilità di riscatto e di inserimento sociale. Troppo spesso la famiglia si accontenta (anche a causa della burocrazia) di un aiuto economico, quando arriva, senza chiedere alle istituzioni adeguati servizi in grado di recuperare e inserire la persona down. Le chiedo gentilmente che all?interno delle proposte culturali rivolte a tutta la popolazione, attraverso il giornale e i convegni che promuovete, venga ritagliato uno spazio nelle forme che lei riterrà opportune (conferenze, seminari divulgazione di opere scritte da disabili, esperienze positive di genitori o volontari) rivolte a sensibilizzare il cittadino che frequentemente manifesta un atteggiamento di tipo pietistico, negativo non solo per il down ma per tutta la comunità. Cordialmente e ringraziandovi per il vostro prezioso lavoro,

ghAngelo Fresch, Trento

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