Formazione

Il Genoa Social Forum: adesso parliamo della zona Gialla

il Genoa Social Forum, cui ad oggi aderiscono 730 organizzazioni non governative italiane e straniere, commenta le indicazioni emerse ieri dalla riunione del Viminale

di Redazione

“Un Governo rampante e un Cittadino dimezzato: siamo incontentabili e pretendiamo il possibile”, il Genoa Social Forum, cui ad oggi aderiscono 730 organizzazioni non governative italiane e straniere, commenta le indicazioni emerse ieri dalla riunione del Viminale e ribadisce “Apprezziamo l?apertura sulle manifestazioni, che saranno pacifiche e non violente, ma adesso discutiamo del Public Forum e dell?abuso della Zona Gialla, il ministro degli Interni Scajola ha una nostra richiesta di incontro inviatagli il 12 giugno, aspettiamo risposte. Se apertura ci deve essere, che lo sia sino in fondo: a) devono garantire l?accesso alla città e l?apertura delle frontiere, b) non possono privarci della possibilità di dibattere sui contenuti alternativi all?agenda del Vertice dei G8 e c) chiediamo garanzie sulla tutela piena dei diritti dei cittadini. Il Governo non può mantenere un potere così ampio nella Zona Gialla, dilatata in maniera abnorme, dove i cittadini possano sì entrare ma essere fermati al minimo accenno di dissenso. Infatti, come si legge letteralmente nell?Ordinanza prefettizia del 2 giugno, in quest?area viene stabilito ?il divieto di pubbliche manifestazioni di qualunque genere, compresa l?attività di volantinaggio?. In questa zona, che ingessa Genova e che noi rifiutiamo, varrà un potere discrezionale troppo ampio che rischia di legittimare abusi di potere e situazioni ingestibili dal punto di vista dell?ordine pubblico. Inoltre, il Governo non può sottovalutare l?importanza del Public Forum. Non può dimenticare che abbiamo molto da dire su come vengono affrontati dai paesi industrializzati del nord del mondo i temi: della cancellazione del debito dei paesi più poveri; dell?applicazione dei Protocolli di Kyoto sui gas serra; dei cosiddetti programmi di “riduzione della povertà” di Banca Mondiale e del Fondo Mondiale Internazionale; su quale capacità di manovra viene garantita alle multinazionali sui temi della salute e dell?ambiente; su quale sia la tutela dei beni comuni, dei diritti dei lavoratori, dei cittadini e dei consumatori e sul governo globale. Su tutti questi punti il pensiero della società civile entra in aperto conflitto con il pensiero dominante neoliberista. Apprezziamo le aperture ma vogliamo avere voce, la piazza è per noi importante ma altrettanto importanti sono le parole. I G8 se saranno trasferiti sulla nave saranno fisicamente isolati da Genova, i nostri argomenti li vogliono isolare dal mondo. Se il Governo non ci risponderà chiediamo a Comune e Provincia di Genova di garantire spazi adeguati al dibattito”  


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