Cultura

La terra di marmo con l’anarchia dentro il cuore

Qui Toscana. La Carrara delle cave tra presente e passato. Di Anna Pezzica

di Redazione

Tutte le volte che ritorno a Carrara, guidando lungo il viale che unisce il porto alla città, guardo le montagne alte, squarciate dal bianco del marmo, così incombenti che ti sembra di toccarle e faccio sempre lo stesso pensiero: è veramente strano essere nati qui, a ridosso delle cave, in questo panorama così surreale, eppure per me familiare, intimo, dell?infanzia. è per questo, ne sono sicura, che provo dentro quella stranezza inquieta, non so definirla in altro modo, quella ?annoiazione?, come dicevo da bambina. è uno scenario di terribile bellezza, quello che vedi anche quando sei nella spiaggia versiliana, in acqua a fare il bagno e ti sembra impossibile: dal mare, guardi le Alpi? Apuane. Proprio io che non amo la montagna in generale, ma le Apuane sì, perché sono di marmo e hanno vicino il mare. Quando entrate a Carrara, vi accoglie un grande palazzo in piazza Farini (oggi ribattezzata piazza Matteotti), con uno striscione particolare: «Fai Gruppi Anarchici Riuniti Carrara». Marmo e anarchia sono le due vie da percorrere, se si vuol capire qualcosa di questa città. In piazza d?Armi (nome vecchio ma caro, il nuovo è piazza Gramsci), si passa vicino al monumento di un anarchico speciale: è il sindacalista Alberto Meschi, che guidò le lotte dei cavatori nel primo Novecento, lotte dure per migliorare un lavoro ancora più duro. Il monumento ricorda la conquista delle sei ore lavorative, con partenza dal poggio: conquista importantissima per i cavatori, ai quali non venivano pagate le ore, all?alba, che servivano per arrivare in alto, nella cava. L?eroe dei tempi migliori Meschi è un eroe per Carrara e il monumento ha una scritta romantica: «Costruttore di migliori tempi, magnifico operaio tra operai e reietti, cuore aperto alle ferite dell?uomo e della società». Ma non disturba: è giusta, è stato veramente così. Fatevi accompagnare dal ricordo di Meschi nel vostro viaggio sulle cave: vi spiegherà la particolarità di questa terra, dura e individualista, come il lavoro del cavatore, tragicamente solo davanti alla montagna. Vi porterà sui ponti di Vara, magnifico passaggio della ferrovia marmifera, la vecchia strada ottocentesca per portare i blocchi di marmo a valle e poi al porto. Purtroppo, è stata smantellata negli anni 60, soppiantata dai pesanti mezzi di trasporto su strada, cieco tributo allo sviluppo e alla modernità. E oggi li potete vedere, i grossi camion, salire a zig zag sulle stradine strette di arroccamento, in verticale, guidati da giovani camionisti acrobati: è un prodigio reale. Arrivate nel bianco abbagliante delle cave a Fantiscritti : lì troverete il museo all?aperto di Walter Danesi, vecchio cavatore che ha ricostruito pazientemente tutta la storia dell?escavazione, dai romani fino ad oggi, e la vita dei cavatori. Sono descritti i lavori più faticosi e pericolosi, come quello del lizzatore( il blocco di marmo veniva trascinato su una specie di slitta, la lizza), o del tecchiaiolo (puliva la cava dai massi che potevano cadere). Quando leggerete, scolpita in un blocco bianco, la poesia dedicata al bue che trasportava il carro, antesignano della ferrovia e del camion, sentirete veramente, in mezzo alla polvere di marmo, come rieccheggia forte il grido di sofferenza leopardiano che accomuna tutte le creature. Lo capirete se attraverserete il tunnel che collega il bacino di Colonnata ai Fantiscritti: peccato, quest?anno ci hanno messo la luce. Quando era buio ed entravi in auto, non vedendo l?uscita, ti sembrava di udire la voce di tutti i cavatori morti sul lavoro, come in un?antica leggenda. A Colonnata, il paesino più vecchio scavato tra le montagne, nella piazza lastricata di marmo statuario, a sinistra c?è la statua di Mazzini, a destra la targa con la A, dedicata a tutti gli anarchici morti per l?ideale. Qui è così, lo dovete capire : l?anarchia è l?Idea, con la I maiuscola, della libertà e pace, è l?utopia allo stato puro, è antistorica, anacronistica. I miei vecchi dicevano: «L?idea è anarchica, l?azione è repubblicana». Aggiungete poi la statua della Madonna del Suffragio e avrete completo il quadro della confusione ideologica anarco-mazziniana-cristiana. E’ una ?sublime sintesi? e quando sei qui, stranamente, senti che potrebbe essere vera, reale, che l?Idea c?è, perché no, che è bello pensarci. Nella piazzetta della chiesa di Colonnata, vicino al monumento al cavatore, con alle spalle l?enorme bacino delle cave di Michelangelo, vedi il paradosso : la chiesa ristrutturata ha i contorni in… cemento pitturato a falso marmo! Com?è possibile? In un rigurgito anarchico anticlericale, dai la colpa all?ignoranza del parroco, ma è magra consolazione. Il capolavoro di Colonnata Accetti il paradosso e ti gratifichi con il panino al lardo e pomodoro, lardo doc, prodotto nelle conche di marmo profumate dalle erbe aromatiche misteriose. Certo, la mia vecchia zia dice che non è più il lardo dei maiali di Colonnata, viene importato da fuori e poi messo a prendere il sapore nelle vecchie conche; ma, sarà anche così? comunque è squisito. Riscendete a valle e Meschi vi accompagnerà nella Carriona, la vecchia strada che costeggia il fiume Carrione, solcata anticamente dai carri con i blocchi di marmo, cuore del primo quartiere popolare. Qui c?è ancora la sua vecchia povera casa e, non lontano, si erge la collina di Montia con la villa Fabbricotti: è con Carlo Andrea Fabbricotti che Meschi ebbe a che fare, era lui il padrone a cui strappò le migliorie per i cavatori. Quando lascerete Carrara per ritornare al mare, lungo il viale vedrete il cimitero: fermatevi per una visita, se anche voi pensate, ?foscolianamente?, che il culto dei morti, al di là della religione, sia il segno pietoso che contraddistingue un popolo civile ( quando si è a Carrara, è inutile? si diventa un po? retorici). Nel cattolicissimo camposanto, c?è l?angolo, oggi un po? abbandonato, delle tombe anarchiche; anche Giuseppe Pinelli, il libertario della Ghisolfa, riposa protetto dalle cave di marmo e, scolpita sulla sua lapide, si legge la poesia della Giustizia di Spoon River. Tra cibi e memorie Gita in cava. E spuntino al lardo Per visitare la cava Museo di Fantiscritti, chiamate Walter Danesi, tel. 0585.70981 oppure 0585.779294. Visite guidate gratuite: estrazione e lavorazione del marmo. Nella seconda domenica dopo Ferragosto, a Colonnata si tiene la Sagra del lardo, che attira migliaia di turisti: un?occasione per venire in questo paese adagiato ai piedi della Apuane a gustare il prelibato salume, visitare le numerose cave che biancheggiano sui pendii delle montagne o ad acquistare ricordini nei numerosi negozi che si trovano lungo la strada. La libreria del circolo di Goliardo Fiaschi, oggi diventata Circolo culturale anarchico Goliardo Fiaschi (Carrara, via Ulivi 8), era (ed è) la più fornita d’Italia e punto di ritrovo imprescindibile per tutti gli studiosi del movimento anarchico. Osteria Vittorio, via Cavour, 28 a Carrara, tel. 0585.72134. Chiuso il mercoledì. Ottima per assaggiare le specialità carrarine: taglierini nei fagioli, lasagnette stordellate, muscoli ripieni, baccalà marinato, torta di zucchini, torta di riso dolce. di Anna Pezzica


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