Welfare

Arabia, amnistia per cinque oppositori politici

C’è chi parla di mossa di facciata: nelle carceri 4mila persone sono detenute per reati d’opinione

di Redazione

Re Abdullah, sovrano dell?Arabia Saudita, ha graziato nei giorni scorsi cinque attivisti politici e tre cittadini libici accusati di aver organizzato nel 2003 una congiura per assassinarlo. Quello che sembra essere un segnale di apertura è però interpretato come mossa di facciata da parte del re saudita. Washington aveva infatti chiesto clemenza nei confronti degli attivisti, mentre il rilascio dei libici potrebbe essere un tentativo di rinsaldare i rapporti tra Tripoli e Riad. L?amnistia non è considerata un passo del sovrano verso i diritti umani anche perché il leader del Movimento islamico per le riforme in Arabia Saudita, Saad al-Faqih, ha dichiarato che nelle carceri del Paese ci sono 4mila persone detenute per reati d?opinione e l?organizzazione Human Rights Watch ha denunciato ?i processi ingiusti e le prolungate torture? attuate nel regno. La situazione dell?Arabia riguardo ai diritti umani è del tutto simile a quella di quasi tutti gli stati dell?area mediorientale: Hrw ha denunciato trattamenti disumani in Egitto, Algeria, Giordania, Siria e Yemen., con trattamenti particolarmente crudeli nei confronti dei fondamentalisti isamici.


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