Welfare
Espulsioni “fotocopia”: preoccupazione del Cir
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati esprime la sua grande preoccupazione dopo una sentenza della Corte di Cassazione
di Redazione
Il Consiglio Italiano per i Rifugiati esprime grande preoccupazione riguardo la sentenza della Corte di Cassazione 16571 che potrebbe essere interpretata in modo tale da consentire di “legittimare” le espulsioni collettive di persone appartenenti a uno specifico gruppo etnico attraverso l’adozione di provvedimenti “fotocopia”.
L’articolo della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che prevede il divieto di espulsioni collettivo di stranieri è stato adottato proprio per contrastare le espulsioni di massa o di gruppi verificatesi in passato per motivi religiosi, etnici o di nazionalità, com’è accaduto del resto anche per i cittadini italiani dell’Istria.
Il rischio – rileva il Cir – è che si venga a istaurare una prassi in base alla quale non sia garantita un’adeguata valutazione delle istanze individuali e che vengano adottati provvedimenti standardizzati, ledendo quindi i diritti umani fondamentali dei destinatari di decreti di espulsioni, tra cui potrebbero esserci persone appartenenti a categorie particolarmente vulnerabili. Non è da considerarsi un’ipotesi remota se si tiene conto del numero di ricorsi già presentati in quest’ultimo periodo alla Corte Europea su tale questione.
Cosa succederebbe a quei gruppi di richiedenti asilo, non ancora qualificati come tali dalle autorità, costretti a raggrupparsi e a trovare riparo in luoghi che vengono occupati abusivamente – a causa di insufficiente capacità di accoglienza – e quindi soggetti a “legittimo sgombero” dopo essere “casualmente” identificati e poi espulsi sulla base di provvedimenti “otocopia”?
Il Cir si auspica che la sentenza della Corte di Cassazione non apra le porte a procedimenti espulsivi contrari alla lettera e alla filosofia della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
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