Mondo

Cecenia: mufti proclama guerra santa contro wahabismo

Clamorosa decisione presa dal Consiglio religioso islamico ceceno contro il movimento religioso che ispira il terrorismo islamista

di Redazione

Il consiglio dei mufti’ della Cecenia, regione del Caucaso russo insanguinata da oltre un decennio dal conflitto contro la guerriglia islamico-secessionista, ha proclamato oggi formalmente il jihad (guerra santa) nei confronti del wahabismo: corrente religiosa fondamentalista coltivata in Arabia saudita e collegata nel Caucaso al crescente radicalismo delle bande ribelli. ”Il wahabismo e’ la peste del XX e del XXI secolo e chi lo combatte e’ sulla vera strada di Allah”, ha proclamato oggi il capo mufti’ della Cecenia, Sultan Mirzaiev, leale alle autorita’ locali unioniste. Secondo Mirzaiev, citato dall’agenzia Interfax, ”i wahabiti e i terroristi” sono dei bestemmiatori della fede che ”portano il male in tutto il mondo, e il mondo deve resistere loro”. I mufti’ della Cecenia – riunitisi in una vasta assemblea a Tsentoroi, vicino a Grozny – hanno emanato ”un fatwa in modo da togliere ogni dubbio a tutti i musulmani che combattono il terrore e il wahabismo”. I terroristi che ”hanno le mani sporche di sangue e che non si ravvedono – ha sottolineato Mirzaiev – devono essere bloccati, messi in prigione o anche annientati. In qualsiasi maniera”.

Il leader spirituale ceceno ha infine ricordato che i ribelli hanno ucciso negli ultimi anni ben 16 imam considerati ostili al secessionismo, ferendo gravemente lui stesso e ha aggiunto di essere pronto in prima persona, in nome delle bellicose tradizioni caucasiche, ”a prendere in mano un’arma se necessario per combattere gli assassini”.

Il vicepremier filo-russo Ramzan Kadyrov ha ringraziato i mufti’ e ha assicurato che la fatwa rafforzera’ lo spirito combattivo dei poliziotti (ceceni) inquadrati nelle temute milizie anti-guerriglia ai suoi ordini. Il wahabismo ha preso piede fin dagli anni ’90 nelle file dei ribelli ceceni ed e’ diventato ormai, secondo gli avversari, il loro aggressivo paravento ideologico.

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