Cultura

Sindacato: il neo iscritto parla arabo

Oggi la Cisl vanta 170mila soci stranieri. Quasi tutti giovani

di Stefano Arduini

Una carbonara e un buon caffè. Oberdan Ciucci, romano, 58 anni, responsabile del dipartimento Immigrazione della Cisl e co-presidente, insieme al collega marocchino Mohamed Saady, di Anolf -Associazione nazionale oltre le frontiere (www.anolf .it), nelle sue missioni di ?proselitismo sindacale? ha un metodo infallibile per sciogliere la diffidenza di braccianti, muratori, elettricisti e operai musulmani: un invito a pranzo. Una volta rotto il ghiaccio, il più è fatto. «Io rappresento un sindacato cattolico, ma quando si parla di lavoro la religione conta ben poco». Così poco, che oggi la Cisl vanta 170mila soci stranieri. Quasi tutti giovani. «Proprio così», conferma Ciucci, «mentre fra gli italiani gli under 35 sono solo il 40%,con gli stranieri la percentuale raggiunge il 65%». Fra le prime quattro nazionalità rappresentate, tre sono di fede islamica: 16mila marocchini, 13mila albanesi, 10mila tunisini. Unica eccezione, i 14.500 rumeni. Tutto merito della carbonara? « Quello è il primo passo. Subito dopo incomincia il cammino per guadagnarsi la fiducia». E in questo caso il Paese di provenienza gioca un ruolo determinante. «I maghrebini ormai sono di casa nei nostri uffici », spiega Ciucci. Non stupisce quindi che il primo sportello dell?Anolf aperto all?estero sia nato proprio a Casablanca. Qualche problema in più lo pongono gli albanesi. «Sopravvive la credenza che il sindacato e lo Stato comunista siano una cosa sola: un mostro burocratico da cui è meglio tenersi alla larga».


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