Politica

Emilia Romagna, qui passa lo straniero

Servizio civile, pubblicato il primo bando ad hoc per non italiani. 80 candidature per 39 posti: la maggior parte sono studenti e arrivano dall’Est Europa.

di Redazione

Che cosa accadrebbe se anche gli stranieri potessero accedere al servizio civile volontario? Un interrogativo fino a ieri senza risposta. La legge istituitiva del servizio civile nazionale, infatti, non permette l?accesso a chi è sprovvisto di cittadinanza italiana. L?ostacolo è stato superato dall?Emilia Romagna che, prima Regione in Italia, ha aperto le porte del servizio civile (regionale, in questo caso) a chi non è nato alle nostre latitudini. Unico limite oltre al permesso di soggiorno, l?età. Sulla falsariga della norma nazionale applicata ai volontari italiani, il servizio civile per stranieri made in Bologna è aperto ai ragazzi di entrambi i sessi fra i 18 e i 28 anni. Anche la remunerazione (433,80 euro al mese) e l?impegno (12 mesi) sono equiparati al sistema nazionale. Domande a pioggia Il bando, scaduto il 15 luglio scorso, metteva a disposizione 39 posti, spalmati su 30 progetti. Le richieste pervenute, invece, sono state 80. Un successone. «Vista l?esiguità dei posti disponibili, decisa in via sperimentale per verificare il successo o meno dell?iniziativa, abbiamo fatto un?informazione mirata attraverso le comunità straniere più consolidate, i centri interculturali e le università», spiega Andrea Marisaldi, membro dell?Ufficio regionale per il servizio civile. Ma chi sono questi ragazzi? Per lo più si tratta di giovani che si trovano nel Paese da diversi anni e che qui hanno frequentato le scuole italiane. L?Arci regionale ha proposto due progetti: uno all?università di Rimini e l?altro presso cinque centri interculturali, per un totale di nove posti: 19 le candidature, quasi tutte di studenti universitari. «Per il progetto di Rimini», spiega Massimo Spaggiari, responsabile regionale del settore Servizio civile, «abbiamo ricevuto otto domande, sette da albanesi e una da un bosniaco». Non è andata diversamente per l?altro progetto targato Arci: «Si sono presentati giovani con il permesso di soggiorno per motivi di studio. Sono di varia nazionalità e con profili culturali piuttosto elevati. Per quelli che saranno selezionati è previsto un periodo di formazione sulla mediazione culturale, ambito che potrebbe essere utile anche per costruirsi una professionalità spendibile sul lavoro». Modello Legambiente Diversa è la modalità di approccio utilizzata da Legambiente, che ha presentato un progetto di sensibilizzazione sulle tematiche ambientali con tre posti disponibili. Dieci, in questo caso, le domande pervenute, soprattutto da ragazze slave, residenti all?estero. «Grazie al nostro circuito europeo abbiamo contattato molte giovani», spiega Massimo Becchi, responsabile del Servizio civile regionale dell?associazione ambientalista, «stiamo cercando di risolvere il problema del loro mantenimento una volta giunte in Italia, perché con la retribuzione prevista per legge – poco iù di 400 euro al mese – non possono certo vivere nelle nostre città». In generale gli enti di servizio civile sembrano soddisfatti per l?esito dell?iniziativa, anche se rimangono alcune perplessità. «Per sviluppare l?esperienza occorrerà ampliare anche il bacino di utenza», commenta Spaggiari, «il problema è che chi ha un permesso di soggiorno per motivi di lavoro non potrà mai accedere al servizio civile». Regioni alla ribalta Emilia Romagna, ma anche Veneto, Marche, Sicilia e Lazio. Il servizio civile regionale si sta diffondendo a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola. Attualmente però l?unica Regione a vantare una norma già operativa è proprio l?Emilia Romagna che nel 2003 ha approvato una legge ad hoc che prevede un servizio civile regionale non solo per i ragazzi fra i 18 e i 28 anni (come avviene per il servizio civile nazionale), ma anche per gli under 18 e gli over 28 di entrambi i sessi e per giovani stranieri. Un modello che sta ispirando anche il legislatore marchigiano. Ancora da perfezionare invece l?iter legislativo in Veneto, Sicilia e Lazio. di Sabrina Magnani


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