Formazione

Venite a Beirut, laboratorio di pace

L’università Saint Joseph, retta dai gesuiti, propone diverse opportunità di studiare le relazioni e il possibile dialogo tra Cristianesimo e Islam

di Joshua Massarenti

«Siamo ben piccoli attori davanti a quanto accade in Europa e nel resto del mondo, ma ritengo ancora utile gettare ponti, offrire sponde per un incontro più proficuo e maturo tra Islam e Cristianesimo. È l?unica via percorribile per una convivenza armoniosa». Modestia e realismo sono i due grandi pregi che fanno di padre Louis Boisset una figura fuori dal comune nel panorama intellettuale mediorientale. Perché assolutamente originale è il percorso personale e professionale che oggi lo vede presiedere la facoltà di Scienze religiose dell?università privata libanese Saint- Joseph fondata dai Gesuiti nel 1875. Nell?ordine il francese Louis Boisset entra nel 1975 con la passione di un medievalista affascinato dall?Oriente. La sua determinazione convince il Collegio provinciale a spedirlo in Egitto e poi in Libano, «l?unico Paese arabo dove i cristiani hanno un peso politico». Un terreno fertile in cui coltivare l?ambizione di una vita: far dialogare gli esseri umani. Studium: Professor Boisset, perché fondare una facoltà di Scienze religiose all?interno di un?università a vocazione cristiana? Louis Boisset: In una società pluriconfessionale come quella libanese ci è sembrato opportuno, se non urgente, creare una struttura interamente dedicata alle analisi interpretative del fenomeno religioso. Studium: Cosa significa interpretazione del fenomeno religioso? Boisset: Significa offrire una certa distanza dal fenomeno religioso adottando un punto di vista interpretativo che ci ponga al di fuori di un?appartenenza confessionale. La nostra scelta non va interpretata come un rifiuto della fede cristiana, ma come consapevolezza che il Cristianesimo è soltanto uno degli attori in gioco della società libanese, e del Medio Oriente in generale. Studium: Come si struttura la vostra facoltà? Boisset: Ci sono tre istituti religiosi collegati a noi: l?Istituto superiore di scienze religiose, ovvero un istituto di teologia pastorale per religiosi e laici; l?Istituto di studi islamico-cristiani, rivolto al dialogo reciproco tra Islam e Cristianesimo; infine, il Centro di documentazione e di ricerca araba-cristiana diretto dal professore Samir Khalil Samir, noto anche in Italia. Per quanto riguarda la facoltà, sono presenti un dipartimento di Scienze delle religioni, un dottorato e un master. Studium: L?istituto più frequentato? Boisset: L?Istituto superiore di scienze religiose, che conta un centinaio di studenti. Quello sugli studi islamico-cristiani molto meno, al contrario del nostro dipartimento. Studium: Sono presenti studenti e ricercatori occidentali? Boisset: Nell?ultimo semestre abbiamo accolto due studentesse, una svizzera e una francese, giunte a Beirut per svolgere tesi sulle scienze religiose e seguire corsi di lingua araba. Queste visite rientrano nell?ordine di scambi e rapporti strutturali tra la nostra università e alcuni atenei europei. La nostra facoltà ha rapporti di parternariato diretto con le università di Lyon 3, Toulouse Le Mirail e Bordeaux 3. Studium: Vi sono contatti con università italiane? Boisset: Sì, ma passano per il Ciel, il Centro interculturale euro-libanese, a sua volta legato alla cattedra Unesco di studi comparati religiosi dell?università Saint Joseph di Beirut. Il Ciel è un progetto finanziato dalla Commissione europea guidato dall?università Cattolica di Milano per promuovere scambi e formazione a distanza tra varie università del bacino del mediterràneò. Con le borse di studio del Ciel abbiamo ospitato cinque studenti europei, mentre l?anno prossimo saremo noi a inviare alcuni nostri studenti in Europa. Studium: Siete più sollecitati dopo l?11 settembre? Boisset: Decisamente sì. Sia nei programmi di ricerca che nei contatti, l?interesse da parte di studiosi e studenti occidentali si è intensificato. Studium: E a che tipo di Islam sono interessati? Quello storico, contemporaneo o europeo? Boisset: Mi sembra che siano più che altro alla ricerca di un esempio di convivenza tra la religione islamica e quella cristiana in un Paese mediorientale in cui i cristiani sono minoritari. Debbo dire che il Libano è un caso del tutto singolare rispetto agli altri Paesi arabi. Non esiste un?altra nazione in cui la minoranza cristiana abbia ruolo politico ufficiale. Con tutti i suoi difetti, può forse servire di esempio alla convivenza tra musulmani e cristiani. Anche per l?Europa. Info: Università Saint-Joseph, Beirut tel.+961.1611.456 www.usj.edu.lb padre Louis Boisset l.boisset@usj.edu.lb


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