Non profit

Cooperare dal basso, si può e si deve

Caro lettore - di Riccardo Bonacina

di Riccardo Bonacina

Gentile direttore, vorrei testimoniare di un?iniziativa di coperazione medica e di volontariato che mi sembra proponibile per essere estesa a diverse persone, aziende sanitarie locali e associazioni. Sono un medico ospedaliero, Responsabile (provvisorio) dell?Unità operativa di ostetricia e ginecologia dell?ospedale di Ravenna. Da vari anni sono impegnato in iniziative di solidarietà, in particolare con il Centro de Ayuda Sanitaria Rekko 7 in Guatemala. Essendo da tempo in contatto personale anche con l?associazione Amref, che si occupa di sanità in Africa, e che basa il proprio intervento soprattutto sulla formazione professionale di sanitari africani, di recente ho organizzato un periodo di frequenza di un giovane specialista ginecologo keniota, presso l?Unità operativa da me attualmente diretta. Grazie all?impegno convergente di Amici di Rekko 7 e dell?azienda di prodotti sanitari Ars Chirurgica (che si è fatta carico delle spese del viaggio), della sede italiana di Amref, della segreteria scientifica del Congresso internazionale di oncologia ginecologica, al dottor Weston Khisa – questo il nome del collega africano coinvolto – è stato possibile frequentare per un mese e mezzo attività diagnostiche, chirurgiche e di formazione scientifica presso l?ospedale di Ravenna e le strutture territoriali della stessa Ausl, presso l?ospedale di Montecchio Emilia, il Congresso internazionale di Bologna, e svolgere anche incontri di presentazione sia a Ravenna che a Roma. Weston, ginecologo presso il Keniatta International Hospital di Nairobi, membro di Amref-Kenya e dei mitici Flying Doctors, forse da me ha imparato qualcosa, ma soprattutto lui a me ha insegnato molto, comunicandomi una realtà di frontiera estremamente interessante. Soprattutto è nata fra noi una vera amicizia, strumento indispensabile per costruire la giustizia, la pace e relazioni giuste fra le genti. Lancio un messaggio ai professionisti della salute, alle Ausl, alle associazioni di volontariato e di solidarietà, auspicando che esperienze del genere possano ripetersi, e – perché no ? – generalizzarsi, creando ?dal basso? delle iniziative di cooperazione concreta, che non devono aspettare i tempi epocali delle istituzioni politiche e dei grandi consessi internazionali pieni di parole e immancabilmente forieri di delusioni. Cordiali saluti Giuseppe Tadolini, Ravenna Caro Tadolini, pubblico volentieri la sua lettera che racconta una storia semplice di cooperazione dal basso. Una dimensione che la cooperazione allo sviluppo sta perdendo in misura drammatica nel nostro Paese a causa del protagonismo dei municipi, delle imprese e delle multinazionali della solidarietà.


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