Volontariato

L’altro record di Armstrong

Il non profit nel futuro del campione. La sua fondazione per la lotta contro il cancro sta avendo un successo clamoroso. In termini di risorse e di mobilitazione

di Carlotta Jesi

«D?ora in avanti sarò un papà e un attivista full time». La seconda vita di Lance Armstrong, che ha annunciato il ritiro dallo sport agonistico dopo la settima vittoria consecutiva al Tour de France, comincia a 33 anni. Con un cambio di maglia: da quella gialla da campione delle due ruote a quella scura, e griffata Nike, con la scritta 10//2, cioè il giorno del 1996 in cui gli venne diagnosticato il cancro ai testicoli. Un dollaro, per ogni maglietta, camicia o gonna 10//2 venduta da Nike, verrà destinato alla Lance Armstrong Foundation (Laf) per la lotta al cancro creata nel 1997 dal sette volte vincitore del Tour. E se questa nuova iniziativa di filantropia spicciola funzionerà bene come il braccialetto giallo Live Strong che oggi indossano 52 milioni di persone nel mondo e che, solo nel 2004, ha portato nelle casse della Laf sette milioni di dollari, Armstrong sarà un attivista molto occupato. «Con quale carica è presto per dirlo», spiega a Vita Michelle Milford, portavoce del ciclista per tutto ciò che riguarda la sua attività di filantropo, «oltre che il fondatore della Laf, e il suo principale donatore, in tutti questi anni Lance è stato il nostro chief attitude officer. Ma un capo abituato all?azione sul campo», specifica Michelle. Si tratti del campo di Washington, che Armstrong frequenta in quanto membro, dal 2001, del Gabinetto di George Bush sul cancro, oppure delle stanze di oratori, associazioni e scuole delle città americane in cui la Laf aiuta a creare speciali programmi di assistenza per chi sopravvive al cancro. Programmi finanziati, dal 1997 a oggi, con oltre 34 milioni di dollari. L?impatto della Laf sulla lotta al cancro? Il Philantrophy World Magazine, che qualche settimana fa ha dedicato al campione texano una copertina intitolata «Pure Strenght» -Forza pura-, suggerisce che il principale merito di Lance sta nel fatto di aver cambiato per sempre l?immagine di chi lotta contro il cancro: «Da persona pallida e senza capelli a causa della chemioterapia a persona che lotta, e che può vincere». Non per niente, l?organizzazione Charity Navigator che monitora costantemente l?operato di oltre 3mila enti non profit americani, assegna alla Laf un rating di 4 stelle, il più alto sulla piazza. Le ragioni di questa promozione a pieni voti? Dipendono dalla crescita, in uomini e risorse, della fondazione: partita nel 1997 con 10mila dollari donati da 15 amici e un dipendente part time, nel 2004 contava 45 assunti ed entrate di fund raising pari a 41 milioni di dollari l?anno.


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