Cultura
Caritas a Governo: reddito minimo ai poveri
Dal Convegno nazionale un'appello a una economia sociale di mercato
di Redazione
?Condizioni dignitose ed umane di vita e opportunità di sviluppo per ogni uomo e donna di questo paese, senza discriminazione alcuna?. Queste, secondo la Caritas italiana, debbono essere le priorità nell’agenda del nuovo Governo e del nuovo Parlamento.
Da Acireale dove l’organismo caritativo della Chiesa italiana è impegnato nel suo annuale Convegno nazionale, all’indomani del discorso programmatico di Silvio Berlusconi al Senato, è partito quasi un appello alle istituzioni perché tengano conto sempre di più delle necessità delle fasce più svantaggiate della popolazione attraverso
politiche adeguate e coerenti. Stamane, nel secondo giorno di convegno, ai circa 600 delegati delle oltre duecento Caritas locali, è stato
sottoposto una bozza di documento che dovrà, dopo le possibili integrazioni, essere approvato dal Consiglio nazionale al termine dei lavori. Nel documento si chiede di pronunciare parole precise in favore di un’economia di mercato veramente sociale e di un’attenzione locale e
globale ai temi della pace, della giustizia, dell’ambiente.
Quella delle politiche sociali, secondo la Caritas, è una questione etica, economica, politica ma anche religiosa e per questo occorre, anche da parte ecclesiale pronunciare alcuni sì ma anche dei no.
Sul piano delle politiche sociali la Caritas chiede che si giunga a revedere un minimo garantito di protezione sociale per chiunque versi in gravi difficoltà e che si prevedano per i cittadini adeguata assistenza, cura, istruzione, inserimento, lavoro.
Si chiede anche un Piano nazionale di lotta all’esclusione, secondo le indicazioni del vertice europeo di Nizza ed il completamento del processo di riforma delle politiche sociali innescato nella precedente legislatura,
incluse precise misure di sostegno alle responsabilità familiari, all’integrazione socio-sanitaria che pone la persona al centro del sistema di protezione sociale e di tutela della salute.
Al nuovo esecutivo e al nuovo Parlamento si chiedono anche impegni chiari contro quelle che vengono definite le nuove forme di colonialismo economico e finanziario ma anche misure che contrastino il commercio delle armi e le nuove forme di schiavitu’, di tratta e di sfruttamento degli
esseri umani. Impegno che deve essere esteso, si afferma, alla remissione del debito dei Paesi piu’ poveri e per una nuova legge sulla cooperazione internazionale. In particolare si chiedono politiche migratorie che favoriscano l’integrazione sociale degli immigrati, senza
ritenerli soltanto forza-lavoro ed una rapida approvazione della legge sull’asilo per i rifugiati.
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