Non profit

La parola – Colonnelli

I giornali li hanno eletti a vere e proprie star del jet set di Palazzo. Ma i colonnelli di An ormai sembrano tristi caporali di giornata

di Alter Ego

O caporali? La cronaca ormai non smette di parlare dei colonnelli. Non quelli grandi nel male, argentini e cileni per esempio. Ma gli altri, i piccoli nel bene, quelli di Alleanza nazionale che, dopo essersi allargati al bar tra noccioline e autarchici negroni, hanno osato mettere in discussione l?operato di Gianfranco. Il capo, il leader, lo psicologo pupillo di Giorgio Almirante. L?uomo politico che non ha niente da dire ma lo dice bene, che passerà alla storia nell?ordine per: lo sdoganamento del postfascismo, la passione per l?abbronzatura, una legge promossa e criticata. Questi colonnelli, che tramano dietro alle quinte, che sparlano al bar come le ultime reclute, che negano pubblicamente quello che hanno affermato di nascosto, questi colonnelli che si ostinano a credersi eredi dei rivoluzionari che esaltarono il pericolo ma indulgono come l?ultimo dei borghesi nei vezzi, frizzi e lazzi, questi colonnelli tromboni che di Dio, Patria e Famiglia continuano a tenere a solo l?ultima, questi colonnelli che si sono fatti eleggere per non esser mai stati complici col Sistema e in cinque interminabili anni di governo si sono distinti per la voracità nell?assalto al Sistema, questi colonnelli che discutono il capo non perché mirino all?ideale, ma perché temono di non poter più distribuire prebende, sinecure, posti e strapuntini al loro infinito stuolo di assistenti, vicecapi, sottopancia, lavoranti, famigli e amici degli amici, questi colonnelli sembrano sempre più caporali di giornata. Promossi sul campo e fatti reduci senza nemmeno l?onore di aver combattuto.


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