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Farmaci, sperimentazione con medici famiglia e pediatri
Anche i medici di famiglia ed i pediatri parteciperanno alle sperimentazioni cliniche dei farmaci
di Redazione
Anche i medici di famiglia ed i pediatri parteciperanno alle sperimentazioni cliniche dei farmaci: è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del Ministero della Sanità che estende la possibilità di effettuare le sperimentazioni cliniche di fase 3 e fase 4 ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta.
La fase 3 si riferisce a studi controllati su un’ampia casistica di pazienti per determinare l’efficacia terapeutica e la tollerabilità di un farmaco ancora non autorizzato, mentre la fase 4 riguarda gli studi clinici effettuati su un prodotto già registrato.
Le sperimentazioni cliniche ambulatoriali, ha osservato la Farmindustria, “sono ormai una pratica consolidata negli Stati Uniti, nel Canada e in tutti i paesi industrializzati dell’Europa, dal momento che un gran numero di malattie che affliggono la società sono non solo diagnosticate ma anche curate presso gli studi dei medici che operano a livello territoriale. I rimedi farmacologici destinati a malattie come l’influenza, le infezioni delle alte vie respiratorie, le cistiti, le malattie esantematiche, l’insonnia, l’ipertensione lieve che non richiedono il ricovero ospedaliero potranno pertanto essere studiati nei loro effetti, sia di efficacia, sia di tollerabilità nelle stesse sedi nelle quali sono comunemente impiegati”.
Questo tipo di sperimentazione, nel pieno rispetto delle norme di buona pratica clinica (good clinical practice), ha aggiunto l’associazione dell’industria farmaceutica, offre indubbi vantaggi sia ai pazienti che avranno immediatamente a disposizione il farmaco più innovativo sia ai medici che potranno valutare su un’ampia casistica il profilo di tollerabilità del prodotto.
Inoltre, le industrie operanti in Italia saranno incentivate ad investire di più in ricerca con una conseguente ricaduta positiva in termini occupazionali.
Farmindustria apprezza, quindi, la decisione del ministero della sanità che rappresenta per l’Italia, “un’occasione irrinunciabile di crescita globale del settore farmaceutico”.
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