Welfare

In riso communitas

Progetto italiano per i contadini africani; invece dell'abolizione dei sussidi ai prodotti europei, sostengono la necessità di misure economiche regionali a difesa del loro raccolto

di Redazione

Riso amaro, in Mali come a Vercelli. Prendiamo l?Italia: «Dieci anni fa si vendeva a 30 euro al quintale. Oggi ricavare 16 euro è già un successo», dice Andrea Desana, direttore della Coldiretti di Vercelli. «L?immissione del riso asiatico a prezzi più bassi ha fatto crollare il mercato». Ma il nostro Paese può contare sulla compensazione dell?Unione europea: 18 euro al quintale, che permette agli agricoltori di recuperare la differenza. Immaginate la stessa situazione senza paracadute. È quanto accade in Africa. A denunciarlo sono gli agricoltori dell?Africa dell?Ovest riuniti nella rete Roppa, che sui sussidi all?agricoltura hanno stabilito un?alleanza inedita con Coldiretti. E, invece di chiedere l?abolizione dei sussidi ai prodotti europei, sostengono la necessità di proteggere i loro, di prodotti, con misure economiche regionali. Il caso del riso è emblematico. Dal 95 a oggi l?importazione di questo cereale in Africa occidentale è raddoppiata. Oggi l?80% del riso che si consuma in Nigeria viene dalla Thailandia. Se è vero che la produzione locale in alcuni Paesi non coprirebbe la domanda, è altrettanto vero che in Benin il prezzo del riso importato è di 18mila franchi cfa al quintale, contro i 22mila di quello prodotto in loco. Coldiretti e Roppa si sono incontrate grazie a un progetto di un gruppo di ong italiane (Terra Nuova, Crocevia, Cisv, Cipsi, Cospe, Aucf) con un finanziamento dell?Unione europea. «Lo scopo non è mandare aiuti alimentari, ma lavorare insieme per arrivare a una posizione comune in sede Wto». Info: www.europafrica.info


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