Non profit

Non affondate il fondo

Le quote del Fondo sociale nazionale destinate alle Regioni sono rimaste a Roma. In futuro si prospettano drastici tagli. E sul Dpef...

di Benedetta Verrini

Buone intenzioni, obiettivi condivisibili, ma tirando la riga i conti non tornano: è la valutazione che Forum nazionale del Terzo settore e sindacati hanno fatto, il 15 luglio, del nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria del governo. «Il rilancio della crescita e l?aggiustamento dei conti sono finalità che condividiamo, ma ci domandiamo con quali risorse possano essere raggiunte», commenta Edoardo Patriarca, portavoce del Forum. «Non vorremmo che il risanamento dei conti gravasse sui settori più fragili, primo fra tutti il welfare, e non sui soggetti che in questi anni si sono arricchiti. In questo senso sono d?accordo con Savino Pezzotta quando chiede che si punti a tassare maggiormente le rendite finanziarie, che in Italia sono al 12%, e ad alleggerire il carico fiscale sul lavoro, che è al 40%». Piuttosto deluso dal Dpef anche il Forum nazionale delle associazioni familiari, che parla di «vacche magre» e ricorda che «in un momento di difficoltà delle famiglie che coinvolge tutto il sistema Italia, era lecito attendersi una più precisa scelta a favore della cellula fondamentale della società». Ma ciò che davvero ha tenuto banco, in questi giorni, è stata la querelle tra governo e regioni sul Fondo sociale nazionale. Neanche un euro di quanto era stato programmato nell?ultima Finanziaria e con il ministro al Welfare, Maroni (1 miliardo di euro + un 2%) è ancora stato trasferito agli enti locali. E, quel che è peggio, si preannuncia addirittura un dimezzamento dei trasferimenti. «Alcune Regioni fronteggiano un enorme problema di cassa, tale da paralizzare i servizi», spiega Antonio De Poli, coordinatore degli assessori al Welfare in Conferenza Stato-Regioni. «Per questo all?ultima Conferenza unificata, il 14 luglio, abbiamo ribadito al governo che l?ammontare del Fondo deve restare intatto, come era stato programmato in Finanziaria e durante gli accordi di marzo con il ministero del Welfare». Entro luglio dovrebbe esserci il riparto della prima tranche del 2005, pari a 518 milioni di euro. Ma sul ?saldo? la tensione resta alta, anche perché il viceministro all?Economia, Giuseppe Vegas ha gelato le aspettative delle Regioni affermando che «il governo si attiene alle cifre stanziate in Finanziaria», mentre gli accordi presi con il ministro del Welfare «riguardano il Welfare». «Se dovesse realizzarsi il dimezzamento sarà il collasso per il sistema dei servizi sociali», avverte Patriarca. «Siamo pronti a mobilitarci perché ciò non avvenga. Pur comprendendo la difficile situazione finanziaria, ci domandiamo perché il conto della crisi debba essere pagato dai settori più fragili della popolazione e da quella parte di terzo settore che lavora in modo efficace e innovativo».

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