Cultura
Il lavoro che emerge
di Pierpaolo Donati, edizioni Bollati Boringhieri, pagg. 246, L. 38.000
di Redazione
Qualche anno fa un celebre saggio di Jeremy Rifkin pronosticò la fine del lavoro. La globalizzazione e l?innovazione tecnologica, sosteneva, avrebbero reso priva di significato l?idea stessa di occupazione. Questo libro presenta una tesi decisamente controcorrente: al di là della presunta fine del lavoro, c?è il lavoro che emerge. I problemi economici delle società post industriali nascono dal fatto che il lavoro resta concepito in modo strumentale, meccanico e astratto; cosicché i rimedi proposti per combattere la disoccupazione sono sterili o hanno effetti perversi. Secondo l?autore questa situazione è dovuta al mancato riconoscimento che il lavoro è, prima di ogni altra cosa, una relazione sociale fra produttori, distributori, consumatori e altri portatori di interessi. Così egli propone un nuovo approccio umanistico per mostrare che la società post moderna crea le condizioni di un lavoro emergente.
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