Cultura

Ong: iniziativa “Alter Eu” per la trasparenza

L'idea è varare un regolamento per le tante lobby che prosperano a Bruxelles

di Gabriella Meroni

Un sistema obbligatorio di registrazione elettronica per gli elenchi dei nominativi, le fonti di finanziamento, gli interessi e le attività quotidiane dei lobbisti che affollano Bruxelles, cercando di influenzare la legislazione e le politiche dell’Ue. Lo chiede una coalizione di 140 organizzazioni non governative (Ong), da Greenpeace ad Attac e da Mani Tese alla Rete Lilliput, che con il sostegno di alcuni docenti universitari ha lanciato ieri a Bruxelles l’iniziativa “Alter-Eu” (sito web www.alter-eu.org), sigla inglese che sta per Alleanza per la Trasparenza e la Regolamentazione etica nell’Ue. Con più di 15.000 lobbisti che vi lavorano a tempo pieno, Bruxelles è diventata ormai, insieme a Washington, la capitale mondiale dei gruppi d’interesse Oltre al registo elettronico, la coalizione chiede anche la proibizione, per le lobby, di assumere ex funzionari comunitari o loro parenti, un codice di condotta più rigoroso per i commissari e i funzionari europei, e la fine dei privilegi e del potere d’influenza “invisibile” di cui godono i lobbisti dell’industria e degli interessi privati nell’accesso all’elaborazione politica e legislativa della Commissione, spesso ai suoi primissimi stadi. Presentando l’iniziativa durante una conferenza stampa a cui ha partecipato anche il commissario europeo responsabile per il personale, Sim Kallas, quattro dei promotori hanno puntualizzato di non credere nell’efficacia dele iniziative volontarie, come codici di condotta autoimposti dall’industria e dalle organizzazioni di lobbisti. Le nuove regole sulla trasparenza e l’etica devono essere vincolanti per chiunque agisca al fine di influenzare le politiche pubbliche, hanno affermato Erik Wasselius, del Corporate Europe Observatory di Amsterdam, Paul de Clerk, di Friends of the Earth Europe, Jorgo Riss dell’Ufficio europeo di Greenpeace, e William Dinan, dell’Università di Glasgow. Kallas, da parte sua, ha salutato l’iniziativa e “l’approccio radicale” delle Ong, ma ha affermato di non poter impegnare la Commissione a favore di norme vincolanti. “Penso che tutte le opzioni devono restare aperte, e sono riluttante a dire da subito che occorrono regole obbligatorie, anche perché – ha spiegato – l’aproccio di questa Commissione europea è quello di migliorare e semplificare, i tutti i campi, la regolamentazione esistente, piuttosto che creare nuove norme”. Riss, di Greenpeace, ha ricordato alcune vicende emblematiche, come quella della lobby del nickel-cadmio. Una lobby che, nell’interesse di un grande produttore francese di batterie, ha permesso per anni di evitare norme Ue contro l’uso del cadmio nelle pile ricaricabili, nonostante si tratti di un agente cancerogeno ed esistano alternative industriali perfettamente a punto per sostituirlo. Vi sono poi i casi delle “porte girevoli”, cioè degli uomini dell’industria che diventano funzionari europei o, all’opposto, di alti funzionari comunitari che vanno a lavorare per l’industria. E’ il caso dell’ex direttore generale scozzese dei servizi dell’Ambiente della Commissione europea, Jim Currie. Alla fine del 2001, ha ricordato Riss, Currie lasciò l’Esecutivo comunitario, dopo aver pilotato una controversa riforma interna che toglieva alla direzione generale Ambiente le competenze sulla protezione del pubblico dalle radiazioni delle centrali nucleari, e le affidava alla Direzione Energia. Pochi mesi, l’ex direttore generale lavorava per l’industria nucleare britannica, nel board di Bnfl (British Nuclear Fuels Ltd). “La tesi secondo cui l’Ue produrrebbe troppe regole – ha osservato ancora Riss rispondendo a Kallas – è usata in modo strumentale da chiunque voglia attaccare la Commissione per difendere i propri interessi. Il grosso delle normative comunitarie è stato prodotto per costruire il mercato unico, e l’industria non se ne è mai lamentata. Si lamenta, invece – ha concluso – solo quando si parla di ambiente, di protezione sociale, di trasparenza”. Vai al sito di Alter Eu


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA