Welfare

Congo Brazzaville: inizia il processo dei “desaparecidos congolesi”

353 rifugiati congolesi vittime nel 1999 di torture e esecuzioni al loro rientro in Congo Brazzaville. Sul banco degli imputati, figure illustre dei servizi di sicurezza congolesi

di Joshua Massarenti

Si è aperto stamane il processo dei “desaparecidos congolesi”, cioè di quei rifugiati congolesi giustiziati nel maggio 1999 al loro ritorno in Congo Brazzaville. Sul banco degli imputati compaiono sedici accusati, tra cui ufficiali di altissimo rango delle forze di sicurezza congolesi. Gli imputati, molti dei quali ancora in attività, sono accusati di “genocidio”, “crimini contro l’umanità”, “crimini di guerra” e “omicidii”. Tutti sono sospettati di aver partecipato o coordinato il massacri di decine di congolesi esilitai nel 1998 in Repubblica democratica del Congo prima di far rientro in Congo Brazzaville nel maggio 1999, poco dopo la firma di un accordo che garantiva la protezione nel rispetto delle leggi internazionali. 353di questi congolesi, sospettati dal regime di Denis Sassou Nguesso di essere legati ai miliziani antigovernativi Ninja, furono arrestati, torturati e poi uccisi. Questo per lo meno è la versione dei familiari che si sono costituiti parte civile. Scontata la reazione delle autorità congolesi e degli accusati che denunciano da sempre una “manipolazione” per scopi politici, ammettendo nel contempo che la morte di questi rifugiati sia stata opera di “errori isolati”. Inizialmente, alcuni parenti e amici di vittime rifugiatesi in Francia avevano tentato di chiamare in causa la giustizia francese sostenendo la poca credibilità della giustizia congolese. Nonostante le querele esposte al Tribunale di Parigi, la giustizia di oltralpe si è rifiutata di processare nell’esagono i presunti autori dei crimini perpetrati in Congo. Da parte sua, Brazzaville ha garantito un processo “equo e trasparente”, che a sua volta verrà ritrasmesso in diretta televisa e seguito da molto vicino da alcune organizzazioni di difesa dei diritti umani.


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