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Caro lettore – La strage di Londra, la paura e la pace

Dobbiamo e possiamo dar ancora fiato alla speranza di pace che rimane in noi, ferita ma sempre viva?

di Riccardo Bonacina

La strage di Londra, il terrore nel metrò, la gente che cammina per le strade come in tempo di guerra, dove il pensiero e il sentimento dominante era la paura. Quello che è successo a Londra richiama alla mente le immagini di ciò che è già accaduto a New York e a Madrid. Ma anche le guerre infinite che si stanno ancora combattendo in Afghanistan, quella terribile macelleria a cielo aperto che è l?Iraq. Abbiamo appeso le bandiere della pace ai nostri balconi (anche quelle di Vita), abbiamo manifestato, andremo il prossimo 11 settembre ad Assisi alla marcia della pace, ma dobbiamo pur dirci che siamo più stanchi e impauriti. La speranza in noi è meno viva, meno impudente e questo aggiunge amarezza ad amarezza. Marco Perrotta «La pace è ormai entrata nella grammatica mentale di gran parte degli uomini». Così aveva scritto, commentando le mobilitazione pacifiste, il grande Mario Luzi. Dobbiamo credere a questa affermazione del grande Mario Luzi? Dobbiamo e possiamo dar ancora fiato alla speranza di pace che rimane in noi, ferita ma sempre viva? Anche dopo gli attentati a Londra mi sono aggrappato a questa considerazione di Luzi. La «ripugnanza della guerra», aveva scritto in una poesia, è ormai un patrimonio comune: ecco quella ripugnanza che ho sentito, che abbiamo sentito davanti al dolore dei londinesi, è davvero un punto di ripartenza. Quel sangue (seppur coperto, protetto da una strategia della comunicazione che non ho condiviso), quella polvere, quei corpi feriti, straniti, quella quotidianità andata in frantumi, tutto ciò ci ripugna. Diciamolo, urliamolo. Per il resto, la pace è anche fragile. Va coltivata e custodita con intelligenza, va tenuta al riparo dai ricatti e dai terribili colpi di coda dei demoni della guerra. Va seguita nei suoi passi che non sono mai definitivi ma sempre relativi. Va protetta dagli spiriti faziosi che vedono il mondo a senso unico, da qualunque parte lo guardino. Va sostenuta con un pensiero che non permetta di ridurla a mero sentimento, ad autoconsolazione spazzata via dal dolore e dalla paura di fronte a ciò che continua a succedere. La pace è complicata, perché costringe a rimuovere tante rigidità; ma è anche semplice, perché una volta che le si lascia via libera è capace di sciogliere nodi che sembrano inestricabili. è, già successo e succederà ancora.


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