Economia

Pedavena, il popolo e la sua bionda

L’Heineken è inamovibile: il 30 luglio addio al marchio bellunese. Una fine annunciata che ha scatenato la reazione della comunità locale

di Redazione

Quello di Pedavena poteva essere solo il triste epilogo di una gloriosa storia industriale italiana: uno dei tanti. Invece anche nella sconfitta, purtroppo ormai certa, una vittoria c?è, quella dell?orgoglio: la vicenda della premiata birreria Pedavena ha infatti dimostrato che è possibile rielaborare attivamente timori e incertezze, e fare emergere una nuova coscienza territoriale polemicamente aperta ai cambiamenti.

La Pedavena, una delle fabbriche di birra più antiche d?Italia, il 30 luglio chiude i battenti. Nonostante i 600mila ettolitri di birra prodotti ogni anno e nonostante il suo proprietario, la Heineken, appiccichi la propria etichetta a una bottiglia su tre di tutte le birre vendute in Italia. Ma la Heineken, per risparmiare, ha concentrato la produzione nello stabilimento di Comun Nuovo, in provincia di Bergamo: se vorranno, gli 85 dipendenti di Pedavena potranno trasferirsi lì. «Però non si tratta solo di strappare un buon accordo sindacale», dice Davide De Martini Bonan, rappresentante dei lavoratori, «ma di difendere l?identità locale e mantenere in vita un pezzo di storia». E infatti i dipendenti della Heineken di Pedavena fin dall?inizio hanno coinvolto il territorio, alla ricerca di soluzioni articolate, e nel Comitato Birreria Pedavena sono finiti anche il parroco e alcune associazioni di volontariato. «Da questo punto di vista la nostra resta un?esperienza importante, a prescindere dall?esito della battaglia», sottolinea De Martini Bonan.

La storia della birra Pedavena comincia nel 1897. La famiglia Luciani scelse questo piccolo comune ai piedi delle Dolomiti bellunesi per l?ottima qualità delle sue acque. Lo stabilimento già dispone di tecnologie innovative e di una centrale idroelettrica integrata. Il marchio Pedavena resta sul mercato fino agli anni 60, quando i Luciani vendono alla Dreher, che nel 1974 cede il gruppo alla Heineken. La produzione continua a essere ottima, si segnala per le birre speciali (tra cui l?unica birra italiana per celiaci) e riceve numerosi premi. Il ristorante-birreria annesso alla fabbrica accoglie ogni anno 600mila visitatori: un indotto enorme rispetto alle 4.300 anime del paese.

Ma tutto questo non basta: nel 2004 la Heineken vende la centrale idroelettrica e a settembre annuncia che il 31 dicembre chiuderà lo stabilimento. La società civile fa quadrato. Trecento artisti da tutta Italia realizzano tele ispirate alla birra Pedavena e in pochi mesi si raccolgono 43mila firme. Valter Bonan, ex sindaco di Pedavena e ora presidente del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, trova che questa vicenda sia emblematica: «è una politica industriale di de-territorializzazione che calpesta la relazione con il territorio, le persone, l?ambiente e a un forte misconoscimento delle comunità locali nella gestione del bene comune, a cominciare dall?acqua». Bonan sta lavorando perché Pedavena ottenga l?Agemas, la certificazione di qualità ambientale d?area vasta. «Bisogna sottolineare il legame inscindibile tra ambiente, enti locali e professionalità. La qualità del prodotto è intrinsecamente legata alla qualità del territorio», rimarca.

Il segreto del successo del Comitato? «I progetti locali possono non essere perdenti in partenza solo se imparano a fare rete e si immettono nella rete, unico vero antidoto alle multinazionali», continua Bonan. Con una mezza pagina sul Corriere della Sera, il Comitato ha giocato l?ultima carta: Roma, ufficio del ministro Maroni. «Abbiamo chiesto un faccia a faccia tra la Heineken e la Kopparberg, l?azienda svedese interessata a comprare la Pedavena, la cui offerta è stata respinta perché non adeguata», spiega De Martino Bonan. «Nessuno però conosce l?offerta. Heineken ha sempre detto che davanti a un progetto industriale serio avrebbe chiuso un occhio sull?aspetto economico. Vorremmo almeno sapere se lo sta facendo o se sta osteggiando la vendita a un altro produttore di birra. Hanno promesso che a Roma porteranno dei dati, vedremo». Speranze poche, ma l?orgoglio resta.

Info
www.comitatobirreriapedavena.it
www.birreriapedavena.info

di Emanuele Caminada

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